Il Napoli non c’è. Continua la stagione nera degli azzurri. A Bergamo arriva l’ottava sconfitta in campionato, per la prima volta con addirittura quattro gol subiti. In totale, contando anche le coppe, si tocca quota dodici ko. Se la stagione finisse stasera, gli azzurri sarebbero fuori dall’Europa: la classifica dice settimo posto, sì a soli tre punti dalla zona Champions, ma mai come ora la stessa Champions appare tanto lontana.
Il periodaccio per Gattuso sembra lontano dal finire. La vittoria, di carattere più che di prestazione, sulla Juventus della scorsa settimana è stata soltanto fumo negli occhi. Dopo il crollo con il Granada è arrivato questo che mette male il cammino in Serie A.
Le attenuanti del caso non mancano. Il Napoli è arrivato al match senza Ospina, Manolas, Hysaj, Demme, Lozano, Mertens e Petagna, con Koulibaly e Ghoulam rientrati ieri dopo quasi venti giorni di Covid e Insigne inizialmente in panchina per un problema alla schiena, impiegato grazie alle infiltrazioni. La coperta è corta, ma la situazione in campo è davvero complicata.
Gattuso ha impostato l’incontro con la tattica della difesa e ripartenza. E nel primo tempo la retroguardia ha ben figurato contro il secondo miglior attacco italiano e il Napoli ha creato l’unico vero pericolo (colpo di testa di Osimhen annientato da Gollini).
La ripresa ha invece messo in mostra tutto ciò che c’è di sbagliato in questo Napoli: le incomprensibili scelte di posizionamento difensivo (Mario Rui, 168 cm, accoppiato con Zapata, 186 cm, sul gol di testa del colombiano), la mancata copertura sul contropiede avversario sulla rete di Gosens, l’errore nella costruzione, messo in luce dallo scellerato passaggio di Bakayoko che di fatto serve l’assist a Muriel per la terza marcatura atalantina.
Il gran gol di Zielinski e l’autogol di Gosens che avevano riaperto la sfida non hanno dato la spinta necessaria per completare la rimonta.
Il problema è che la distanza di valori in campo tra Atalanta e Napoli al momento appaiono piuttosto netti e riuscire a recuperare i seppur pochi punti che tengono lontani gli azzurri dal quarto posto sembra una chimera per come si mostra la squadra, con poca grinta, con poche idee e con poca voglia di sacrificio.
Brutta anche la prova di Osimhen, completamente annullato da Romero. Il nigeriano è stato sistematicamente anticipato o fermato dal centrale difensivo nerazzurro e non è riuscito a dare un contributo significativo alla manovra dei compagni, già di per sé deficitaria. Servono gare sopra le righe da parte del centravanti per tentare di raddrizzare una stagione che sta iniziando sul serio ad assumere i crismi del fallimento.
Apprensione sul finale proprio per Osimhen. L’attaccante, dopo l’ennesimo scontro con Romero, sbatte violentemente la testa sul terreno di gioco e perde i sensi. C’è stata subito preoccupazione tra i giocatori in campo e Osimhen è stato portato via in barella e poi caricato in ambulanza, per essere trasportato in ospedale. Sospiro di sollievo nel sapere che il ragazzo ha ripreso conoscenza nel mezzo di trasporto.
Victor Osimhen ha riportato un trauma cranico. Gli è stato riscontrato all’ospedale Papa Giovanni XXIII del capoluogo orobico.
Procede nel frattempo il fittissimo calendario partenopeo, che con le tante assenze e con la grande crisi, ora si trova di fronte alla gara da dentro o fuori in Europa League. Giovedì allo stadio Maradona si tenterà di ribaltare lo 0-2 subito in Andalusia dal Granada per proseguire in Europa League.
Salvatore Emmanuele Palumbo