La variante inglese continua a far parlare di sé. Secondo le proiezioni degli esperti dell’Istituto Superiore della Sanità il contagio causato dalla mutazione denominata “variante inglese” dovrebbe raggiungere il picco a metà marzo.
Le simulazioni elaborate dagli studiosi, sulla base di quanto sta accadendo negli ultimi giorni, prevedono un incremento che potrebbe sfiorare i 25.000 casi giornalieri.
Al momento si tratta solo di numeri e di ipotesi, ma appare piuttosto chiaro che il quadro della situazione stia evolvendo verso scenari imprevedibili. Dagli ultimi report si è potuto constatare che quella che era sembrata una flessione dei casi che faceva ben sperare, considerato anche l’avvio della campagna vaccinale, in realtà rappresentava solo una momentanea fase di stabilità.
«Il contagio sta ripartendo, la variante inglese è arrivata» aveva avvertito con preoccupazione il professor Massimo Galli, direttore di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano.
Numeri alla mano, la diffusione del contagio ed in particolare di quello portato dalla variante inglese sembra aver preso nuovo vigore. Diverse le regioni nelle quali la mutazione sta mietendo un numero sempre maggiore di infetti: Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Campania, per citarne solo alcune dove i dati sembrano essere più rilevanti.
Dato ancora più preoccupante la variante sembra colpire sempre più giovani e giovanissimi, generando significativi focolai negli istituti scolastici in diverse zone della penisola italiana.
Allo stato attuale è doveroso intervenire con tutte le misure necessarie affinché si possa, in qualche modo, arginare un fiume in piena che rischia di travolgere, nuovamente, tutto e tutti.