Un terreno che doveva diventare, secondo gli intenti della precedente Amministrazione, un parco urbano per i cittadini potrebbe essere adibito a centro di stoccaggio per i rifiuti ingombranti. È il grido d’allarme lanciato dal Consigliere di minoranza Piero Sabbarese in riferimento alla trasformazione di un’area ubicata in Via Focone, nel quartiere periferico di San Vito. Un quartiere che notoriamente ha già pagato caro il prezzo sotto il profilo ambientale con sversamenti illeciti, roghi tossici, sfruttamento del suolo e chi più ne ha più ne metta.


Ma andiamo a ritroso nel tempo per comprendere meglio la faccenda. Il sito in questione apparteneva all’ex cantiere della Multiecoplast (la ditta che diversi anni orsono gestiva i servizi di igiene urbana) poi sequestrato alla camorra e acquisito circa un anno fa al patrimonio comunale come bene confiscato. Va ricordato che nel 2019 l’Amministrazione comunale decise di utilizzare temporaneamente questo sito come area di stoccaggio di rifiuti per far fronte alla emergenza generata dal blocco degli impianti di trattamento gestiti dalla Provincia e dalla Regione.

Tuttavia la svolta sembrava arrivare un anno fa quando il Consigliere Sabbarese presentò nell’aula di Consiglio una mozione per dare l’avvio alla rigenerazione di quei suoli con la realizzazione di un parco urbano. Proposta che venne accolta all’unanimità e che si tradusse come atto di indirizzo formulato dalla precedente Amministrazione.


Oggi, nonostante il Sindaco e molti dei Consiglieri i quali approvarono quel documento, siano stati riconfermati grazie al voto delle ultime Amministrative, il terreno di Via Focone non solo è abbandonato ma, secondo quanto appreso dal Consigliere Sabbarese, sarà presto affidato alla società che attualmente gestisce i servizi di nettezza urbana, la Buttol. Per la precisione si tratterà di un’area adibita alla raccolta dei rifiuti ingombranti di cui la Città alle falde del Vesuvio ne è orfana. Difatti il servizio è gestito a tutt’oggi “su chiamata” da parte dei cittadini i quali per smaltire spesso elettrodomestici o arredamenti domestici vari, sono costretti a dover fissare un appuntamento telefonico con la Società per il ritiro, lamentando tempi biblici nelle procedure.

<Sabbarese promette battaglia qualora non si riesca a individuare soluzioni alternative ipotizzando il lancio di una petizione per scongiurare quello che potrebbe essere l’ennesimo schiaffo a un quartiere periferico come San Vito>.

Danilo Roberto Cascone



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