“Siamo ormai in zona rossa perché il livello del contagio non si può più reggere”. Queste, le parole del governatore della Campania Vincenzo De Luca che, nella sua diretta del venerdì, ha annunciato il cambiamento di colore della regione.

Intanto da pochi minuti il ministro Speranza ha firmato l’ordinanza che ridetermina ufficialmente il colore della Regione Campania, che da lunedì sarà nella fascia con massime restrizioni.


I dati dimostrano la criticità della situazione: ogni giorno in Campania si registrano oltre 2.500 positivi “il che significa – ha aggiunto De Luca – che dovremo fare il tracciamento dei contatti per almeno 25mila persone ed è evidente che in queste condizioni diventa impossibile reggere. Appare chiara la necessità di dover prendere misure eccezionali per contenere l’epidemia”.

Il passaggio in zona rossa, però, non sarebbe così scontato stando al solo l’indice di contagio Rt che, essendo inferiore ad 1 non obbliga le misure più restrittive. Va rivolta, infatti, una maggiore attenzione alla rete ospedaliera che sembra ormai essere pronta all’imminente collasso. I ricoveri nei riparti ordinari, nelle intensive e sub-intensive sono in largo aumento e si rischia la paralisi del sistema sanitario regionale.


La maggior parte dei malati è affetta da variante inglese che compare in quasi il 50% dei casi, come riportato dallo stesso De Luca: “Vi è una diffusione generalizzata di varianti Covid in tutta Italia e noi siamo fra i più esposti, siamo la regione a più alta densità abitativa”.

L’aggressività della variante inglese, però è solo la prima delle cause del contagio, perché, come sottolineato dal presidente della Giuta regionale, la mancanza di disciplina e gli scarsi controlli hanno giocato un ruolo fondamentale: “Abbiamo registrato anche comportamenti scorretti e clima di rilassamento generale in alcuni fine settimane. Sembrava di essere a Ferragosto”.


Nel suo intervento settimanale De Luca non viene tralasciata, infine, la questione vaccini, in merito alla quale è stato annunciato l’obiettivo di produrne le dosi direttamente sul territorio regionale: “Vi sono aziende che producono farmaci che possono attrezzarsi, con un aiuto finanziario della Regione, con le tecnologie necessarie, bioreattori in modo particolare, per l’infialamento e la distribuzione del vaccino. Se siglassimo tale accordo – aggiunge De Luca – occorrerebbero 4 mesi per la produzione del vaccino, ma stiamo lavorando in questa direzione”.

Giulia Pinto

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