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Coronavirus: Pasqua e pasquetta in zona rossa tutta l’Italia

Si sta affrontando in queste ore la delicata questione della chiusura generalizzata o meno dell’Italia. Da quanto filtrato negli ultimi giorni il governo Draghi starebbe procedendo con grande cautela e sembrerebbe orientato più verso soluzioni più severe piuttosto che un nuovo lockdown nazionale.



L’apprensione per l’aumento dei casi, circa 250 ogni 100mila abitanti, per la scoperte di nuove varianti che sembrano prendere il sopravvento sul ceppo originale, propagandosi come un fiume in piena, e l’andamento epidemiologico che non sembra voler arrestare la sua crescita, sono al centro del dibattito.

Sul tavolo di lavoro del governo un nuovo Decreto legge che dovrebbe sostituire il Dpcm ed avere validità dal 15 marzo al 6 aprile prossimi.



“La diffusione del virus in questa fase è decisamente più veloce a causa dell’impatto delle varianti e questo rende condivisibili le scelte che il Governo si appresta a fare con un decreto legge dettato dalla situazione epidemiologica”. Ha dichiarato Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni.

Diverse le regioni a rischio zona rossa ed arancione e chiusura mirata e generalizzata per il periodo pasquale, durante il quale per evitare spostamenti, assembramenti e qualsivoglia situazione di estremo pericolo per la diffusione del contagio, si opterebbe per una zona rossa unificata a livello nazionale.


Unica zona bianca la Sardegna, mentre rischiano il passaggio in zona arancione Lombardia, Piemonte, Veneto, Marche, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Toscana in bilico, ma Campania, Basilicata e Molise riconfermate in fascia rossa.

Durante il confronto tra Regioni e governo, si sarebbe valutata anche la possibilità di far slittare da 1,50 a 1,25 la soglia Rt per la classificazione delle regioni in zona rossa. Inoltre, secondo quanto dichiarato dal ministro alla salute Roberto Speranza, “E’ prevista la facoltà per le Regioni di poter individuare, quando si è in arancione, aree ulteriori da portare in zona rossa, quando l’incidenza supera la soglia dei 250 casi su 100mila nella settimana, oppure quando si riscontra una presenza di varianti tale da dover prevedere misure più restrittive”.

Bianca di Massa



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