Pensioni ed aspettative di vita vanno insieme. Più aumenta la vita media degli italiani più si allontanano le pensioni. Questo significa che più vivono in media gli italiani, più pesanti diventano i requisiti per accedere alla pensione, ossia età anagrafica e contribuzione versata.

Purtroppo il periodo storico che stiamo vivendo è piuttosto negativo per la vita media degli italiani. L’Italia è il primo Paese europeo dove i morti per Covid hanno superato quota 100mila. E come conseguenza, l’aspettativa di vita degli italiani si è ridotta e questo fatto dovrebbe avere potenziali effetti sulle pensioni.


Se aumenta la vita media degli italiani, più pesanti si fanno i requisiti per accedere alle pensioni. Il sistema però è fatto in modo che se la vita media degli italiani cala, i requisiti per le pensioni non calano, ma al più vengono congelati.

Rispetto agli ultimi periodi analizzati, la vita media generale degli italiani, dopo l’impatto del Covid in termini di decessi, è scesa quasi di un anno e mezzo. Il dato drammatico però è che nelle aree più colpite, ad esempio in Lombardia tra il bresciano e la bergamasca, fin dall’inizio della pandemia, la stima di vita è calata anche di 5 anni

Il primo effetto che si potrebbe verificare sulle pensioni in relazione al calo della stima di vita è il congelamento, appunto, dei requisiti.


L’attuale disciplina normativa prevista dal decreto n° 78 del 2010 stabilisce scatti a cadenza biennale. L’età pensionabile oggi è fissata a 67 anni e sarà così fino a tutto il 2022. A partire dal 2023 però, sarebbe dovuto arrivare un nuovo aumento proprio in collegamento alla vita media della popolazione. Lo scatto arriverà nel momento in cui si verificherà un aumento della stima di vita calcolata sui bienni di riferimento. Per questo, per calcolare la variazione dell’aspettativa di vita per il 2023, si farà riferimento ai bienni 2019-20 e 2017-18.

Ed è per questo che per via del Covid, l’impennata dei decessi avuti nel corso del 2020, dovrebbe inevitabilmente portare ad un blocco dell’età pensionabile che potrebbe essere allineata al blocco del requisito contributivo per le pensioni anticipate, cioè fino al 2026.

In pratica, anche per chi è nato fino al 1959 che compirà 67 anni entro il 2026 l’età pensionabile per la quiescenza di vecchiaia potrebbe rimanere la medesima di oggi.

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