Situazione sempre più esplosiva a Napoli e provincia dove, in queste ore, i ricoveri in terapia intensiva si stanno moltiplicando.

A soffrirne soprattutto le zone della provincia, ma anche a Napoli iniziano a scarseggiare i posti letto. Castellammare, Nola, Scafati, Frattamaggiore e Giugliano, solo per citare alcune delle zone più a rischio, riescono ormai a malapena a gestire questa terza ondata che si sta rivelando peggiore di quanto preannunciato a causa anche delle varianti che si stanno propagando.

Sopraffatta l’Asl Napoli 3 Sud e il salernitano. Al Covid Center di Boscotrecase mancano medici, pneumologi e internisti per poter attivare un nuovo reparto, mentre sono occupati i posti dedicati ai pazienti Covid al Maresca di Torre del Greco, a Sorrento, Nola e Castellammare di Stabia.


Non va meglio a Napoli città, dove al solo Ospedale Cotugno sono giunte ieri decine di richieste di ricoveri. Per far spazio ai nuovi pazienti, l’Ospedale riconvertito per i casi Covid, nonostante i suoi 300 posti letto è costretto ogni giorno a fare i conti con una situazione che degenera di ora in ora, attivando tutte le misure e le procedure necessarie, con riassetto interno, dimissioni dei guariti e laddove possibile trasferimento dei malati al proprio domicilio dove potranno continuare il decorso della malattia, sempre monitorati e opportunamente seguiti. Ormai saturi i 50 posti in terapia sub intensiva e con il ricovero urgente di due pazienti nella giornata di ieri, anche i 30 posti di terapia intensiva.

Stessa situazione di criticità si registra anche al Cardarelli che pur non essendo un Covid Center, accanto ai pazienti ricoverati per patologie non correlate al virus, ospita un numero altissimo di contagiati.

“La tendostruttura non viene toccata per ora in quanto riservata ad eventi improvvisi e cataclismatici – ha spiegato il manager Giuseppe Longo – Oggi con i tamponi molecolari rapidi nell’arco di 4 o 6 ore siamo in grado di effettuare la diagnosi e smistiamo subito i pazienti in altri Covid Center o nelle nostre unità. Il sistema per ora regge ma speriamo cali la pressione dei contagi”.


Prevista per oggi l’apertura, decisa dal manager Antonio Giordano, di un nuovo reparto di subintensiva presso il Policlinico dell’Università Vanvitelli.

Conclusa infatti la ristrutturazione partita prima di Natale, sono finalmente disponibili ulteriori 12 postazioni che andranno a potenziare la ricettività della struttura ospedaliera.

Satura anche la rianimazione del Policlinico dell’Università Federico II, tra l’altro centro di riferimento per le gravidanze di donne affette da Covid e Pediatria. La struttura universitaria può garantire ancora pochi posti letto nei reparti di Medicina e Malattie Infettive e nel reparto di semintensiva.


“Una situazione complessa che vede ancora una volta impegnata la rete dell’emergenze per i soccorsi primari e i trasferimenti secondari con personale ridotto all’osso e necessità di lunghi trasferimenti da un centro all’altro e da una provincia all’altra alla ricerca di un posto libero”, ha spiegato Giuseppe Galano, responsabile della centrale del 118 e responsabile dell’Aaroi Emac, il sindacato dei rianimatori, non nascondendo la sua preoccupazione.

Emergenza anche all’Ospedale del Mare, dove pazienti non Covid sono costretti ad attendere per lungo tempo e la struttura inizia a cedere sotto la richiesta pressante di ricoveri di pazienti con polmonite e insufficienza respiratoria.



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