Il duomo di Napoli e il vescovo don Mimmo Battaglia hanno accolto Ornella Pinto per l’ultimo saluto. Dure le parole pronunciate da Mons. Battaglia: “Il primo, violento, ceffone deve svelare l’inganno: lì non c’è amore e non ce ne sarà, per nessuno”.

Ma il neo vescovo partenopeo, nel suo appello contro la violenza di genere ha poi aggiunto: “Apriamo gli occhi, fermiamo la violenza chiamandola col suo nome ogni volta che notiamo un livido nascosto, ogni volta che ascoltiamo la pietosa bugia di chi racconta a tutti che è caduta dalle scale”.


Nel diario dell’insegnante, uccisa con 12 violente coltellate dall’ex compagno, i familiari hanno trovato una frase, che letta oggi non ha lasciato scampo ad uno strazio inarrestabile, alla consapevolezza di una morte annunciata e allo stesso tempo ha confermato, ancora una volta, l’anima bella che ci ha lasciati in una maniera assurda, nella notte di appena qualche giorno fa, nella casa di via Filippo Cavolino: «Io vedo il bene anche dove non c’è», scriveva Ornella.

L’omelia è durata oltre un’ora. Le donne dell’Associazione Forti Guerriere del Rione Sanità, che erano in chiesa con don Antonio Loffredo, parroco della Sanità, hanno portato a braccio la bara di Ornella accolta da un applauso scrosciante all’uscita dal duomo. Negli occhi di tutti i presenti le lacrime si sono mischiate alla rabbia per un delitto a cui si fa ancora fatica a credere e che va ad aggravare il lungo elenco, la strage di donne che hanno perso la vita per mano di un uomo che troppe volte diceva di amarle. Un elenco che solo dall’inizio di questo 2021 annovera già 14 nomi, 14 storie, 14 assassini.


Ornella a maggio avrebbe compiuto 40 anni, mentre domani compirà gli anni il suo piccolo angelo si appena 3 anni, in casa al momento dell’efferato delitto.

Per l’intera durata del rito religioso, all’esterno e per tutta la mattinata, è proseguito il via vai di parenti, colleghi e studenti di Ornella, che era docente di sostegno al vicino Liceo Artistico Di Napoli in largo Santi Apostoli.

Funerali blindati erano stati chiesti dalla famiglia e prima dell’inizio della funzione ad abbracciare la bara sul sagrato della cattedrale solo Giuseppe Pinto, padre di Ornella. Tanto il dolore, tantissimi i perché per una morte ingiusta che per il momento stenta a trovare risposte.



“L’amore è più forte della morte. E tu sai cos’è l’amore. E chi ama non muore”, parole che hanno riecheggiato fino ad arrivare nel più profondo dell’anima tutti i presenti, parole pronunciate da mons. Battaglia nel salutare la giovane mamma.

Nelle prime ore del mattino si erano registrati attimi di tensione al sopraggiungere dei fiori inviati dalla famiglia di Pinotto Iacomino, ex marito ed assassino di Ornella. Una delle sorelle della vittima li avrebbe d’istinto distrutti, ma poi ha solo strappato il biglietto che li accompagnava e di offrire i fiori alla Madonna.


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