Esattamente un anno fa, al picco dell’emergenza, la capitale britannica è stata l’epicentro nel Paese della prima ondata di contagi. In media si contavano più di 200 morti al giorno, ricorda la ‘Bbc’. “Questo è un risultato straordinario” commentano i medici londinesi dopo aver notato la parallela riduzione dei ricoveri. Questa situazione può infatti essere il primo passo verso la normalità.
È soprattutto merito della campagna vaccinale, che in Gran Bretagna ha coinvolto più della metà della popolazione, se si è raggiunto questo traguardo. Infatti, le persone che hanno ricevuto la prima dose del vaccino, secondo il dato aggiornato al 28 marzo, sono finora state 30.444.829. Di queste, 3.674.266 hanno ricevuto anche la seconda dose.
Il governo britannico di Boris Johnson punta ad un allentamento delle restrizioni del lockdown anti Covid, non veloce «ma irreversibile». Così ha ribadito il ministro della Sanità, Matt Hancock. Ci sarà un ampliamento dei contatti sociali da un massimo di due persone non conviventi fino a sei (di non più di due nuclei familiari diversi) e alla ripresa di attività sportive individuali all’aperto, come golf o tennis e nuoto in piscina.
Nonostante ciò, i cittadini londinesi sono invitati alla prudenza, dato che questo è solo un piccolo passo.
Nel frattempo anche in Italia la campagna vaccinale va avanti, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, durante il suo intervento al Tg2Post, riferisce: “Entro agosto tutti quelli che lo vorranno saranno vaccinati, e in settembre arriverà l’immunità di gregge”. Ma la realtà dei fatti è che ad oggi i dati ufficiali del ministero della Salute parlano di scarsi 3 milioni di cittadini a cui sono già state somministrate entrambe le dosi vaccinali per un totale di meno di nove milioni e mezzo di dosi somministrate.
A quanto pare per Londra non è il momento più adatto per esibire la volontà di raggiungere un accordo con l’Ue per la condivisione dei vaccini AstraZeneca. Piuttosto è il momento adatto per esaltare il risultato ottenuto grazie ad una buona dose di protezionismo vaccinale e tirare la corda con l’Ue. Il governo di Boris Johnson, infatti, non intende condividere i suoi vaccini anti-Covid nemmeno con la vicina Irlanda: “La nostra priorità è proteggere la popolazione britannica, la campagna di vaccinazione prosegue verso questo obiettivo e al momento non abbiamo un surplus di vaccini”.
Chiara Capriglione