L’Unità di Crisi della Campania, dal 19 marzo, continua a riportare nei suoi bollettini pomeridiani il dato dei tamponi antigenici rapidi effettuati, sempre senza aggiungere il dato dei positivi riscontrati. Una comunicazione che risulta comunque anomala, in quanto se non si prendono in considerazione i positivi dei test antigenici, perché riportare il numero di quelli effettuati? Da una parte è ormai chiaro che i test rapidi antigenici non sono affidabili, e ciò spiegherebbe la poca considerazione in cui sono tenuti dai vertici sanitari regionali, ma dall’altra però non si capisce poi il perché di questo dato monco riportato di giorno in giorno.



Di fatti dal 18 al 19 marzo, la Regione Campania ha deciso di modificare la comunicazione, non riportando più i positivi riscontrati dai test antigenici.

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Resta quindi il mistero sulla pubblicazione di questo dato. Un mistero che sta innescando ormai da diverse settimane una anomalia tra i numeri riportati dalle tabelle rilasciate dal Ministero della Salute e quelli dei bollettini regionali.

Infatti, come sempre, la grafica diramata dal Ministero e dall’Istituto Superiore di Sanità, somma i dati dei due tipi di tamponi, molecolari ed antigenici, riportando un totale unico, che oggi è di 21.453 tamponi effettuati. La cosa, analizzata così, lascia crollare il tasso di positività campano che oggi sarebbe al 7.58%, a fronte di quello regionale che viene riportato all’11,16%, e nei giorni scorsi anche con percentuali inferiori, ma non spiega il perché poi, la stessa Campania resti in zona rossa.



Addirittura nella tabella giornaliera pubblicata il 9 aprile scorso, stando ai numeri del Ministero, in Campania il tasso di positività sarebbe sceso fino al 5,57%. E allora la regione non sarebbe dovuta assolutamente restare in zona rossa, ma forse poteva passare addirittura in giallo.

Il Ministero, oltre a sommare quotidianamente, in maniera improvvida, i dati sopra indicati, non aggiorna mai la casella dei “Casi identificati da test antigenico rapido” che resta sempre di 11.588 dal 16 marzo 2021, quando i casi identificati risultavano essere 11.284. Quindi, stando alla tabella ministeriale, attraverso i test antigenici, che ricordiamo vengono comunque sommati a quelli molecolari quotidiani, non viene riscontrato un solo caso di positività da quasi un mese.

Chi si sta incartando con i numeri? Questa l’unica domanda che resta adesso da farsi.



Forse una spiegazione potrebbe essere evidente nella storia dell’Italia a colori che ha condizionato la vita di tutti i cittadini nell’ultimo anno.

Il governatore campano nei mesi scorsi, quando la Campania passava dal giallo al rosso, denunciava la comunicazione di dati falsati da parte di diverse Regioni che inserivano i numeri dei tamponi antigenici nel dato regionale generale, cosa che avrebbe fatto calare il tasso di positività favorendo l’ingresso delle Regioni “furbette” in zone con meno restrizioni.


Successivamente la Cabina di regia nazionale sull’emergenza Covid decise di mettere nel computo totale dei tamponi anche i risultati dei quelli antigenici, che come dicevamo restano poco affidabili e da sempre osteggiati principalmente proprio dalla Campania. Questa decisione favorì l’uscita dalla zona rossa di alcune regioni del Nord della Penisola, di quelle regioni da sempre “locomotive d’Italia” che riuscivano ad allontanarsi dall’onta rossa.

In ogni caso, qualsiasi sia la causa, sarebbe opportuno che almeno nei numeri, che come si sa non sono un’opinione, si provasse a dare una comunicazione univoca a cittadini già fin troppo disorientati.

Gennaro Cirillo



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