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Primo giorno di scuola per le superiori in Campania tra dubbi e disorganizzazione

Incertezza, proteste e paura hanno caratterizzato questo primo giorno di rientro in classe per la maggior parte degli studenti degli istituti superiori campani. Nonostante gli orari differenziati e le turnazioni adottate dai dirigenti scolastici, resta il nodo del distanziamento in entrata ed uscita e soprattutto sui mezzi pubblici.


Coniugare sicurezza e presenza dovrebbe essere la priorità per una riapertura che possa garantire non solo lezioni in presenza, ma anche in serenità. Si avverte, invece, una certa contraddizione in quel “rischio calcolato” che ha previsto un rientro in presenza in una situazione di contagi in crescita caratterizzati soprattutto dalla diffusione delle varianti fra gli adolescenti e di una realtà, quella dei trasporti pubblici, non ancora in sintonia con le esigenze determinate dalla situazione emergenziale della pandemia.

Non si può aprire alla carlona – ha dichiarato Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Regione Campania, secondo il quale per affrontare al meglio la situazione occorre unire i servizi aggiuntivi predisposti dalle aziende del Tpl a una diversificazione degli orari di ingresso e di uscita a scuola. È inevitabile insistere su questo”.


“Vorremmo evitare – ha aggiunto ancora il vicepresidente – contrasti che abbiamo avuto spesso. La scuola è un problema anche per trasporti, restando limite della capienza al 50% resta un problema, sosterremo che bisogna agire in parallelo. Ne abbiamo parlato anche nei tavoli prefettizi, se la capienza è al 50% servono due bus al posto di uno, ma su rotaia non puoi aggiungere un bus dietro al treno.

Quindi o si torna al 100% della capienza o provvediamo a riprendere anche ingressi e uscite differenziate negli orari nelle scuole. E’ un tema difficile per la freddezza dei dirigenti scolastici ma continueremo a discuterne”.

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