Nasce a Napoli il Comitato Istituzionale per la valorizzazione dell’itinerario borbonico del Sud Italia, un progetto ambizioso frutto della collaborazione tra Siti Reali e i direttori di 6 musei campani: la  Reggia di Caserta, il Palazzo Reale di Napoli il Museo e Real Bosco di Capodimonte, la fondazione Real Sito di Carditello, il Museo Archeologico di Napoli e Ercolano e Parco Archeologico.

“La sinergia tra istituzioni culturali è sempre auspicabile come metodo di lavoro a beneficio dell’utenza finale – ha dichiarato Sylvain Bellenger, direttore del Real Bosco di Capodimonte. “In questo caso, sono particolarmente felice di partecipare a un progetto che si pone l’obiettivo ambizioso di rafforzare la conoscenza e lo studio dell’identità e della funzione storica dei vari siti reali di epoca borbonica presenti sul territorio della Regione Campania ai fini di una loro divulgazione unitaria. Un progetto scientifico serio, basato su ricerche documentali incrociate e messa a disposizione di banche dati comuni per una valorizzazione unitaria e sistemica dell’itinerario borbonico anche grazie all’utilizzo di moderne infrastrutture digitali”.

Intravede un’opportunità di collaborazione di più ampio respiro anche Mario Epifani, direttore del Palazzo Reale di Napoli che ha spiegato: “Il rapporto simbiotico tra i diversi luoghi legati alla dinastia borbonica crea un continuo gioco di rimandi, ma anche di differenze utili a far comprendere al visitatore la funzione di ciascuna sede e le trasformazioni subite in conseguenza dei fatti storici di cui fu teatro”.

“Un’occasione unica per far emergere l’impatto determinante della monarchia borbonica sull’arte, l’archeologica, la cultura e il paesaggio campano” e “un nuovo modello di fruizione per i beni culturali”, secondo Paolo Giulierini, direttore della Reggia di Carditello.

All’iniziativa ha aderito anche il Parco di Ercolano, da dove nel lontano 1738, sotto il Re di Napoli, presero le mosse le prime ricerche archeologiche sistematiche. “Auspico – ha dichiarato il direttore del Parco, Francesco Sirano – che la valorizzazione di questo particolare momento storico contribuisca alla sensibilizzazione dei cittadini e alla formazione di un mosaico di valori culturali condiviso e aperto verso il futuro” e si augura che con questo progetto    possano nascere “nuove connessioni tra luoghi della cultura, dimore private, imprenditoria ed attività connesse alla filiera dell’accoglienza”.

Grande soddisfazione e attese nelle parole di Alessandro Manna, Presidente Associazione Onlus “Siti Reali” .

“L’importante risultato di collaborazione pluriennale avviata intorno ai siti borbonici della Campania si ispira alla “Comunità di Patrimonio” della Convenzione di Faro e recepisce il modello innovativo di gestione del patrimonio culturale basato sul modello del distretto culturale e il partenariato pubblico-privato attraverso l’ampia partecipazione dei diversi portatori d’interesse del territorio, in primis quelli del terzo settore, così come indicato anche dalla Legge Valore Cultura del 2013 di istituzione dell’itinerario borbonico.

Il programma strategico di investimento, condiviso con i sei grandi istituti culturali della Campania – ha sottolineato – privilegerà la cultura come cura e intende contribuire al rilancio post-pandemia delle attività di fruizione turistico-culturale dei territori interessati partendo dalle risorse culturali, asset identitari privilegiati su cui concentrare gli investimenti pubblici e privati”.

Primo passo la progettazione di un marchio e di un sistema di identità visiva, cui si affiancherà la realizzazione di un centro di ricerca e documentazione per approfondire con rigore scientifico la storia e l’identità del periodo storico di riferimento. Non solo.  “L’auspicio – ha aggiunto ancora Manna – è che i grandi complessi borbonici nel loro insieme siano inseriti nel PNRR e diventino un laboratorio di attuazione delle politiche di rilancio post-covid. L’obiettivo comune sarà quello di rafforzare il ruolo del museo e del patrimonio culturale nel rapporto di relazione con la comunità, attraverso la partecipazione attiva di cittadini, imprese e istituzioni, una migliore infrastrutturazione digitale per la conoscenza e la fruizione pubblica, un nuovo posizionamento internazionale del circuito borbonico e la qualificazione costante dei servizi, il tutto in chiave di sostenibilità ambientale in linea con gli obiettivi di sviluppo promossi dall’Agenda 2030 dell’Onu” ha concluso Manna.

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