Nasce a Napoli il Comitato Istituzionale per la valorizzazione dell’itinerario borbonico del Sud Italia, un progetto ambizioso frutto della collaborazione tra Siti Reali e i direttori di 6 musei campani: la Reggia di Caserta, il Palazzo Reale di Napoli il Museo e Real Bosco di Capodimonte, la fondazione Real Sito di Carditello, il Museo Archeologico di Napoli e Ercolano e Parco Archeologico.
Intravede un’opportunità di collaborazione di più ampio respiro anche Mario Epifani, direttore del Palazzo Reale di Napoli che ha spiegato: “Il rapporto simbiotico tra i diversi luoghi legati alla dinastia borbonica crea un continuo gioco di rimandi, ma anche di differenze utili a far comprendere al visitatore la funzione di ciascuna sede e le trasformazioni subite in conseguenza dei fatti storici di cui fu teatro”.
“Un’occasione unica per far emergere l’impatto determinante della monarchia borbonica sull’arte, l’archeologica, la cultura e il paesaggio campano” e “un nuovo modello di fruizione per i beni culturali”, secondo Paolo Giulierini, direttore della Reggia di Carditello.
Grande soddisfazione e attese nelle parole di Alessandro Manna, Presidente Associazione Onlus “Siti Reali” .
“L’importante risultato di collaborazione pluriennale avviata intorno ai siti borbonici della Campania si ispira alla “Comunità di Patrimonio” della Convenzione di Faro e recepisce il modello innovativo di gestione del patrimonio culturale basato sul modello del distretto culturale e il partenariato pubblico-privato attraverso l’ampia partecipazione dei diversi portatori d’interesse del territorio, in primis quelli del terzo settore, così come indicato anche dalla Legge Valore Cultura del 2013 di istituzione dell’itinerario borbonico.
Il programma strategico di investimento, condiviso con i sei grandi istituti culturali della Campania – ha sottolineato – privilegerà la cultura come cura e intende contribuire al rilancio post-pandemia delle attività di fruizione turistico-culturale dei territori interessati partendo dalle risorse culturali, asset identitari privilegiati su cui concentrare gli investimenti pubblici e privati”.
Primo passo la progettazione di un marchio e di un sistema di identità visiva, cui si affiancherà la realizzazione di un centro di ricerca e documentazione per approfondire con rigore scientifico la storia e l’identità del periodo storico di riferimento. Non solo.