Quindici gli avvisi di conclusione delle indagini che nel corso della giornata di giovedì sono stati notificati dagli uomini della polizia giudiziaria della Procura di Torre Annunziata, presso la caserma dei carabinieri di Sorrento, relativi all’inchiesta sul presunto housing sociale realizzato in Penisola sorrentina. Lottizzazione abusiva, abuso d’ufficio e falso, i reati contestati dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata alle quindici persone coinvolte.

Nei fascicoli dell’inchiesta della Procura, sono finiti anche il sindaco di Sant’Agnello, Piergiorgio Sagristani, la giunta in carica allorquando fu votato un provvedimento che permise il rilascio dei permessi per la costruzione, nonché noti tecnici e professionisti.



Tra i nomi illustri indagati nell’indagine anche quello del progettista Antonio Elefante, già coinvolto in altre inchieste, tra cui quella dell’affare ex area Cirio di Castellammare di Stabia, dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico Ambrosio e dell’ingegnere Paola Di Maio.

Era il febbraio dello scorso anno, quando fu posto sotto sequestro un complesso abitativo composto da 53 appartamenti, parcheggi e negozi, realizzato in via Gargiulo. Un’opera che aveva interessato una vasta area dove prima sorgeva un tipico agrumeto sorrentino ed ora del tutto cementificata.


Secondo l’impianto accusatorio della Procura di Torre Annunziata, su quel terreno dove insisteva precedentemente l’agrumeto sarebbe stato possibile edificare solo appartamenti di edilizia popolare su iniziativa pubblica e solo nel caso si fosse ravvisata la comprovata necessità di dove sostituire case sovraffollate e malsane.

Respinta dal Tribunale del Riesame nel mese di luglio 2020 anche la seconda istanza di dissequestro presentata da parte dei diretti interessati nell’affare, ora arriva una svolta con l’individuazione di ben quindici persone coinvolte cui sono stati contestati reati a vario titolo.

Nel frattempo, in attesa del pronunciamento del Tribunale del Riesame sulla terza istanza di dissequestro presentata, gli appartamenti restano sotto sequestro preventivo.


Tuttavia, le indagini non sembrano essere ancora concluse. Gli inquirenti, infatti, coordinati da Nunzio Fragliasso, magistrato già in prima linea contro i reati ambientali a Napoli, vogliono far luce anche sui promissari acquirenti. Si ipotizza che molti potrebbero essere solo dei prestanome di persone che altrimenti non avrebbero potuto mettere le mani sugli immobili o addirittura di agenzie, a dimostrazione del carattere speculativo dell’intera operazione messa in cantiere.

“In questa vicenda mi ha guidato il contegno di sempre: porre al centro dell’azione amministrativa l’interesse generale e la realizzazione di opere per i cittadini con trasparenza ed assoluta onestà – ha dichiarato, dal canto suo, il sindaco Sagristani, intervenendo in merito alla questione – Continuo a lavorare nell’interesse della mia comunità – ha aggiunto – nella consapevolezza di avere agito con trasparenza e guidato dalla volontà di far bene. Confido nella magistratura e nella giustizia”.

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