Nell’inchiesta messa in moto circa due anni fa dalla Procura di Napoli, nel tentativo di far chiarezza sullo smaltimento di ecoballe e la raccolta differenziata a Napoli, è ora finito anche il nome del governatore della Regione, Vincenzo De Luca.
Le persone nel registro degli indagati erano risultate inizialmente 23 e fra questi Fulvio Bonavicatola, vice di De Luca, Raffaele Lo Giudice, assessore all’Ambiente del Comune di Napoli, e diversi funzionari delle Aziende Sapna e Asia.
Secondo gli inquirenti che hanno chiesto, giorni addietro, una proroga delle indagini, i vertici di Palazzo Santa Lucia non solo non avrebbero “azionato i poteri commissariali nei confronti di alcuni Enti locali, indicati come inadempienti in materia di rifiuti, a partire dal Comune di Napoli”, ma non si sarebbero neanche impegnati nell’attivazione di nuovi impianti di compostaggio né avrebbero potenziato la raccolta differenziata. I materiali casalinghi finiti nella raccolta differenziata, infatti, non avrebbero mai raggiunto gli standard richiesti dall’Unione Europea.
Non solo. I magistrati hanno anche ipotizzato il reato di omissione di atti d’ufficio anche riguardo allo smaltimento delle ecoballe.
Tuttavia, secondo quanto appreso dall’avvocato Andrea Castaldo già rappresentante legale di Bonavitacola, al Presidente della regione non sarebbe pervenuta, sino ad oggi, alcuna informazione di garanzia, mentre l’assessore all’Ambiente è pronto a sottoporre ai magistrati tutta la documentazione attestante l’operato della giunta che dimostrerebbe come si sia attivata sul fronte dello smaltimento, realizzando i primi impianti di Giugliano e Caivano.