Dovrebbe arrivare a breve, la decisione dell’EMA in merito alla somministrazione del vaccino anche sugli adolescenti in quella fascia d’età che va dal 12 ai 15 anni.
Una soluzione che permetterebbe la ripresa del prossimo anno scolastico senza DAD e quarantene, in quanto coinvolgerebbe quella fascia d’età finora esclusa. Difatti già per i ragazzi dai 16 anni in su era prevista la somministrazione del vaccino Pfizer e dai 18 in poi, di tutti gli altri sieri.
La notizia è stata data dallo stesso ministro alla Salute, Roberto Speranza, ed ha sortito, come era lecito aspettarsi, reazioni contrastanti.
Se da un lato questa possibilità potrebbe rappresentare un’altra svolta nella lotta al Covid, andando “ad abbracciare i giovani che oggi – come affermato dalla segretaria dello Snals, Elvira Serafini – con le varianti portano a spasso il virus”.
Tuttavia la questione non è così semplice. L’ultima parola non spetterebbe all’EMA, quanto piuttosto ai genitori, trattandosi di minorenni.
“Bisogna comunque rispettare la scelta dei genitori – ha aggiunto infatti la Serafini – la libertà delle famiglie deve essere prioritaria”.
A questo punto “occorre formare ed informare le famiglie in merito ai rischi e alle opportunità che offre l’atto vaccinale”, ha spiegato Antonio Affinita, direttore generale del Moige, il Movimento italiano dei genitori, da anni impegnato sul versante dei vaccini, intesi come scelta libera, responsabile, consapevole e gratuita. “Ma ad oggi – ha concluso Affinita – il ministro Speranza non ha avviato nessun dialogo con le famiglie, attendiamo di conoscere meglio i termini e le modalità della sua proposta per gli adolescenti, che fortunatamente sono una classe di età poco coinvolta”.