Sta pensando alla possibilità di una vera e propria “chiamata attiva” il Commissario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo. Troppi gli over 60 che mancano all’appello, nonostante siano considerati a “rischio”.
“Con procedure anche di cosiddetta ‘chiamata attiva’ dobbiamo andare a intercettare la popolazione che ancora non risulta vaccinata. Quindi, se mancano i soggetti fragili si vanno a cercarli, bisogna soprattutto mettere in sicurezza queste classi”, ha spiegato Figliuolo.
A sostegno di quanto affermato il Commissario ha riportato i dati che hanno registrato un gran successo nelle vaccinazioni degli over 80, per i quali la percentuale di vaccinati ha superato a livello nazionale il 90%, e per gli over 70 sopra l’80%.
Diversa la situazione degli over 60, che sembrano essere molto più restii a sottoporsi alla vaccinazione.
“Andare sui 60enni è il nostro imperativo categorico”, ha sostenuto convinto il commissario per l’emergenza Covid. “Dobbiamo continuare su queste categorie così come sui fragili per ultimarli nei limiti delle possibilità, vista anche la platea dei rinunciatari. Questo lo sanno bene i presidenti delle Regioni”.
Secondo Figliulo si dovrà tentare di rintracciare i 60enni che non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale e che sono i più sensibili all’attacco del virus, adoperando “una modalità di chiamata attiva partita in via sperimentale”.
Una procedura giusta perché potrà garantire un valido scudo contro un’infezione che non solo può costringere ad una ospedalizzazione in terapia intensiva, ma finanche alla morte. Oggi più di ieri, è necessario, secondo Figliulo intensificare la fattiva cooperazione con gli enti locali.
“Dobbiamo continuare in squadra, non lasciando indietro nessuno, soprattutto i più vulnerabili. Se continueremo su questa via, usciremo al più presto dalla logica emergenziale”.
A breve dovrebbe poi pervenire alle Regioni e Province autonome una lettera “con cui si darà la possibilità di aprire le vaccinazioni a tutte le classi seguendo il Piano e utilizzando tutti i punti di somministrazione possibili, anche quelle aziendali”.
Per quanto riguarda la possibilità di somministrare il vaccino agli adolescenti tra i 12 e i 15 anni, Figliulo ha ribadito che si è in attesa della decisione dell’Aifa. Una volta arrivato il via libera da parte dell’Agenzia italiana del farmaco, le singole Regioni potranno scegliere liberamente le modalità di somministrazione presenti sul proprio territorio tra hub, farmacie, pediatri o medici di famiglia.
Bianca Di Massa