Prima l’elezione a presidente del consiglio comunale di Castellammare di Stabia, poi un discorso di gratitudine nei confronti del padre per i “valori che mi ha trasmesso” e subito interrogazioni e accuse, prese di distanza. Il giovane presidente delle assise municipali, Emanuele D’Apice, nella compagine di centrodestra del sindaco Gaetano Cimmino, ha risposto alle accuse delle opposizioni in un lungo messaggio.

Il neo presidente è figlio di Luigi D’Apice, che ha scontato il carcere per associazione al clan camorristico Cesarano. E’ morto un anno fa, e il figlio Emanuele è un giovane professionista che in aula consiliare, dopo la sua elezione, ha espresso l’elogio del padre per poi spiegare, dopo le accuse, che il genitore ha scontato la sua pena, e ha poi educato i figli in modo da tenerli lontani e aborrire la camorra.

“La camorra ha reso la mia infanzia un inferno; io rappresento il desiderio di riscossa dal cancro che ancora oggi martorizza la nostra terra; da quando ho pronunciato il mio discorso in aula – ha scritto – sto vivendo attacchi che hanno reso la mia esistenza un tormento, insieme a quella delle mie sorelle professioniste impegnate nel sociale”.

“Guardo a mio figlio…un bambino non dovrebbe mai provare quelle sensazioni, e farò ogni cosa in mio potere e lotterò fino a che avrò fiato in corpo affinché nessun bambino della mia terra martoriata dalla camorra, possa provare sulla propria pelle quello che ho provato io”, ha aggiunto. Le opposizioni non hanno gradito quell’elogio, espresso nell’aula dedicata a “Falcone e Borsellino”, giudicandolo un insulto alla cittadinanza intera.

Da qui lo sfogo di Emanuele D’Apice che si definisce ”un giovane che ha vissuto sulla propria pelle il male della camorra e lo ha sconfitto con tutta la propria famiglia. Un giovane che dalla periferia di Castellammare con le sole proprie forze e’ riuscito a raggiungere una carica cosi’ importante”.

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