Preoccupa le regioni il calo di forniture registrato dalla Fondazione Gimbe che monitorando l’andamento della campagna vaccinale ha evidenziato un calo del 4,5% delle somministrazioni su base nazionale nell’ultima settimana.
I Governatori delle Regioni a fronte di questi nuovi dati chiedono al Governo e al Commissario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliulo maggiori certezze. Il timore è un possibile rallentamento della tabella di marcia programmata per le vaccinazioni sul territorio, proprio quando l’individuazione di cluster della Variante Delta sta generando serie preoccupazioni in tutta Europa.
Dopo l’accelerazione determinata anche dall’utilizzo del vaccino Johnson & Johnson che si erano aggiunto a Pfizer, Moderna e AstraZeneca, ora la situazione sembra aver subito un nuovo arresto.
“Rispetto alle forniture stimate nel piano vaccinale – ha spiegato Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe – rimarrebbero da consegnare entro la fine del secondo trimestre 25,9 milioni di dosi, il 34% di quelle previste ed è certo che non arriveranno 18,6 milioni di dosi entro fine mese”.
“Contando dunque su 19,2 milioni di dosi di Pfizer e Moderna nelle prossime cinque settimane – ha aggiunto il direttore operativo di Gimbe, Marco Mosti – la capacità certa di somministrazione è di circa 550mila dosi al giorno al massimo, stante che nulla sappiamo delle consegne di AstraZeneca e Johnson&Johnson previste per luglio”.
Ha cercato di tranquillizzare tutti il generale Figliulo, secondo il quale la differenza riscontrata sarebbe da imputare allo stop delle somministrazioni per gli under 60 dei vaccini a vettore virale, AstraZeneca e Johnson &Johnson. Il generale ha aggiunto tuttavia che le dosi che verranno consegnate nei mesi estivi “sono assolutamente coerenti con l’obiettivo del piano”.
“Se a giugno sono già state consegnate 9,43 milioni di dosi di Pfizer/BioNTech e 1,27 milioni di Moderna – ha precisato infatti Figliuolo – entro fine mese sono attese solo altre 4,7 milioni di dosi”.
Di questo passo il programma di vaccinazione previsto dalla struttura commissariale, che prevede una immunizzazione della popolazione italiana pari all’80% entro settembre dovrebbe essere rispettato.