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Ordigni pirotecnici accantonati in un ufficio: in briciole il commissariato di Castellammare di Stabia

Sembra essere confermata l’ipotesi dell’esplosione di fuochi artificiali, in pratica alcune bombe carta, che avrebbero distrutto almeno sei stanze del commissariato, danneggiato una palestra attigua al posto di Polizia, nonché alcune auto parcheggiate in strada e mandando in frantumi le finestre della vicina stazione dei Carabinieri Forestali.



Esclusa l’ipotesi attentato, quasi subito, e quella dell’esplosione di una caldaia, che del resto non era presente nelle sei stanze danneggiate. Ed infatti ora si parla di una scatola contenente ordigni pirotecnici, fuochi artificiali, sequestrati alla criminalità e stoccate in una di quelle stanze. Sul posto, per effettuare i primi rilievi, sono intervenuti anche gli esperti della polizia scientifica di Napoli.


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Solo il fato ha voluto che non si trasformasse in una strage. I locali del commissariato oggetto della deflagrazione, vuoti in quei momenti.

Nessuno in quelle stanze, ma anche deserta la strada dove una grandinata di schegge di vetro avrebbe potuto creare non pochi danni. Detriti e vetro, pezzi di finestre, pezzi di computer scaraventati in strada hanno raggiunto il marciapiedi opposto.

Insomma, è andata più che bene, ma la Procura di Torre Annunziata, guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso, ha aperto un fascicolo perché sono tanti gli aspetti da chiarire.



E infatti gli inquirenti stanno provando a capire perché si siano perse le tracce di questo materiale esplodente, che una volta sequestrato non aveva seguito il classico iter della distruzione in sicurezza. Perché e chi, magari per dimenticanza, ha addirittura accantonato in un ufficio o in una stanza di servizio del commissariato un ordigno tanto pericoloso che poteva costare la vita a qualche poliziotto o addirittura a qualche sfortunato passante.


E’ quindi chiaro che ci si trova ad indagare, quanto meno, su una anomalia procedurale, ma adesso bisogna capirne il perché si sia verificata. In giornata è attesa dalla Procura una prima informativa, per ipotizzare reati di natura colposa e far procedere le indagini.



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