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Scampia, la Vela Gialla per Google luogo di shopping: geolocalizzata “piazza di spaccio”

E questa volta il Consigliere Regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli e del conduttore radiofonico Gianni Simioli hanno segnalato qualcosa di veramente grave e che lascia indignati.

Bisognerebbe intervenire subito, ma non sarà tanto facile far capire a Google la figuraccia che stiamo facendo, ma che soprattutto sta facendo il suo Google Maps.


Ebbene sì, il “sig. Google” ha istituzionalizzato lo spaccio di droga a Scampia. Su Maps intatti la tristemente famosa Vela Gialla viene geolocalizzata, come fosse un negozio, e con tanto di icona per lo shopping, con il nome di “piazza di spaccio”. Assurdo.

A sottolineare questo inaccettabile e solo parzialmente, forse, giustificabile il duo Borrelli-Simioli con un comunicato:

“Un cittadino ci ha segnalato che la vela gialla di Scampia è contrassegnata come piazza di spaccio su Google Maps. Quando abbiamo ricevuto la segnalazione non potevamo credere ai nostri occhi, abbiamo pensato si trattasse di uno scherzo o di un tranello”.

Ed è stato proprio quello che abbiamo pensato anche noi, ed anche noi abbiamo fatto la stessa controprova: https://www.google.com/maps/@40.8984256,14.2391498,296m/data=!3m1!1e3



“Così abbiamo cercato “piazza di spaccio” sull’app e abbiamo avuto la prova di una triste e assurda verità. La Vela Gialla di Scampia è geolocalizzata con la scritta “Piazza di Spaccio”, accompagnata dall’icona di una busta da shopping che vuol dire che è stata registrata come esercizio commerciale, come se fosse un negozio di abbigliamento o alimentare. La localizzazione è stata senz’altro creata da un utente qualunque che va assolutamente rintracciato, quantomeno si è risparmiato dal pubblicare foto e aggiungere recensioni. Riteniamo assurdo che un’azienda come Google non sia in grado di avere controllo sui suoi prodotti, se domani tutte le piazze di spaccio decidessero di geolocalizzarsi su google maps?”.

Nel loro comunicato poi, Borrelli e Simioli aggiungono e concludono: “Se questo fenomeno si estendesse a cose ancora più gravi?


Google deve immediatamente rimuovere questo “negozio”. E chiediamo anche alla Polizia postale di intervenire e rintracciare l’autore di quest’assurdità. Solo con un intervento forte e deciso possiamo evitare che questa vicenda si ripeta e si espanda. Questa è una pagina orribile per la nostra città che va subito rimossa”.

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