La squadra
Dal 2014 non è più la Spagna di una volta, ma la Roja resta comunque una rosa colma di qualità, quantità e soprattutto giovinezza: infatti la rosa degli iberici può vantare su diversi astri nascenti, come Ansu Fati, Dani Olmo, Pau Torres e tanti altri. Nessuno la credeva in semifinale, ma anche con parecchia fortuna le Furie Rosse sono riuscite a volare a Wembley per affrontare l’Italia in un classico del campionato europeo: questa infatti è la quarta rassegna di fila in cui incontriamo la Spagna.
La probabile formazione
Spagna (4-3-3): Unai Simon; Azpilicueta, Garcia, Laporte, Jordi Alba; Koke, Busquets, Pedri; Ferran Torres, Morata, Olmo
L’allenatore
Uno che sa come vincere: Luìs Enrique. Siede sulla panchina della nazionale spagnola dal 9 Luglio 2018, con 5 mesi di pausa occupati da Roberto Moreno per la morte di sua figlia Xana a soli 9 anni. Di certo la sua carriera d’allenatore sorride molto di più rispetto a quella da calciatore, con un triennio al Barcellona durante il quale ha aggiunto al museo dei trofei blaugrana due campionati, tre coppe, una Supercoppa spagnola, una Champions e una Supercoppa UEFA. Inoltre si è tolto la soddisfazione di vincere nel 2015 il premio di allenatore dell’anno sia dell’IFFHS che della FIFA. Tutto questo grazie al suo bel gioco, un lunghissimo possesso palla, marchio di fabbrica inconfondibile della scuola di pensiero calcistica spagnola.
La stella
Viene da una stagione non brillante con la maglia della Juventus, ma Alvaro Morata è pur sempre Alvaro Morata. In diverse occasioni è stato lui il salvatore della Spagna, che ha traghettato in semifinale mettendo a segno le due reti decisive per il pareggio contro la Polonia e per la vittoria contro la Croazia. Per un centravanti di razza come lui due gol in cinque gare sono pochi, infatti la punta della Juventus pecca molto di precisione sotto porta e molto spesso segna ma in fuorigioco. Dettagli da migliorare, che abbinati alle sue spiccate doti fisiche e tecniche lo renderebbero uno dei migliori centravanti al mondo. Speriamo che non aggiusti la mira proprio domani.
La promessa
La selezione spagnola è piena di promesse, difficile scegliere quindi a chi assegnare questo titolo: alla fine la scelta è ricaduta su Dani Olmo, compagno di reparto del prima citato Morata nonché gioiellino del Lipsia. Può giocare in qualsiasi zona nel pacchetto offensivo: al Lipsia viene impiegato come trequartista, ma veste bene e volentieri i panni di seconda punta e ala, ruolo dove lo vediamo con la Roja. E’ nato a livello professionistico nella Dinamo Zagabria, dove si è fatto notare venendo inserito dalla UEFA nella lista dei 50 giovani più promettenti della stagione 2019-2020 a soli 21 anni. Oggi ne ha 23 ed è pronto a giocare la partita della vita contro l’Italia.
Il leader
Capitano, faro del gioco, esperiente, nel giro della Roja dal 2009, ha vissuto l’epoca d’oro spagnola: c’è anche da chiedersi chi è il leader della Spagna? E’ proprio lui, Sergio Busquets, da una vita al Barcellona. Del Bosque ha scommesso su di lui per poi farlo diventare uno dei più forti di sempre della nazionale spagnola. Fa della visione di gioco e la capacità di spezzare gli attacchi avversari le sue caratteristiche principali. Cura molto la fase difensiva, infatti non solo ricopre il suo ruolo naturale da centrocampista, ma talvolta fa anche la spola tra difensore centrale e terzino. Avvistato in sette apparizioni con la selezione catalana, è un passante fondamentale della lunga cintura di passaggi spagnola.
Il percorso di qualificazione
Senza troppi patemi, la Spagna ottiene la qualificazione ad Euro 2020 chiudendo al primo posto con 26 punti il girone di qualificazione F. Nella fase finale dopo un avvio non convincente con 2 punti su 6, ottenuti dai pareggi con Svezia e Polonia, Luìs Enrique trova la quadra e trascina i suoi agli ottavi di finale con una cinquina alla Slovacchia. Qui entra in gioco la fortuna, una buona dose che ha permesso alle Furie Rosse di staccare il pass per al semifinale. Con la Croazia gli iberici la spuntano ai supplementari per 5-3 dopo una rocambolesca partita. Anche i quarti di finale contro la Svizzera vanno oltre i 90 regolamentari, dove la Spagna vince ai calci di rigore dopo l’1-1. L’Italia parte favorita, ma guai a sottovalutare come già detto la qualità, la quantità e la giovinezza della squadra.
Giuseppe Garofalo