Con la risalita della curva epidemiologica, sembra diventare sempre più concreta e verosimile l’ipotesi di una terza dose del vaccino Pfizer/BioNTech. Ad annunciarne la possibilità lo stesso direttore scientifico della società statunitense Mikael Dolsten, secondo il quale l’azienda non solo sarebbe già pronta in tal senso, ma entro agosto sarebbe intenzionata a  richiedere un via libera d’emergenza per la somministrazione di una terza dose, sia  all’agenzia americana Food and Drug Administration che  all’European Medicines Agency.


Dolsten, dati alla mano, ha tuttavia rassicurato sull’elevata protezione dimostrata dal vaccino Pfizer anche nei confronti delle varianti, non per ultima, la mutazione Delta che ha alzato il livello di allarme, nelle ultime settimane, in tutto il mondo per la sua rapida trasmissibilità. I dati sinora raccolti hanno infatti evidenziato che il siero resta un’arma validissima contro il virus e le sue forme più gravi, anche dopo l’arco di tempo di 6-12 mesi quando gli anticorpi tendono notoriamente a diminuire.

La somministrazione di una terza dose, dunque, per il direttore scientifico della Pfizer garantirebbe un ulteriore rinforzo proprio nel momento di un possibile rischio di reinfezione e “genererebbe livelli anticorpali di 5-10 volte superiori rispetto alla seconda dose”.




Dello stesso parere il Ceo di Pfizer, Albert Bourla per il quale “le persone probabilmente avrebbero bisogno di una dose di richiamo del vaccino anti-Covid ogni 12 mesi”, sulla scia di quanto già accade, ormai, per i vaccini antinfluenzali. Ipotesi anche questa che andrà vagliata ancora a lungo e che dipenderà strettamente dall’evolversi della situazione.

Frenano però le autorità sanitarie statunitensi, Centers for Disease Control and Prevention e Food and Drug Administration che in una dichiarazione congiunta hanno di fatto escluso, perlomeno ad oggi, l’ipotesi di una terza dose di richiamo. “Gli americani che sono stati completamente vaccinati – si legge nella nota – non hanno bisogno di una dose di richiamo in questo momento”.

Resta dunque tutto da vedere e soprattutto da monitorare nei prossimi mesi che potrebbero essere decisivi sul piano delle vaccinazioni e conseguentemente si spera anche sul fronte dei contagi.

Bianca Di Massa



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