Sono ancora bloccati sull’isola di Malta, a seguito del rilevamento nel gruppo di 21 contagiati sintomatici. Oggi la variante Delta ha colpito ancora. Sale il numero dei ragazzi italiani bloccati sulla piccola isola al centro del Mediterraneo: ieri si parlava di 80 giovani italiani, oggi aumenta il focolaio e sono circa 130 in quarantena. Di questi all’incirca 50 sono positivi al Covid, mentre gli altri sono in isolamento perché entrati a contatto con i compagni contagiati. Solo alcuni sono maggiorenni. Il cluster sembrerebbe aver colpito anche ragazzi francesi e spagnoli.


Ieri tra gli 80 in isolamento ieri c’erano una decina di campani, ma al momento non è chiaro e definitivo quanti siano i nostri corregionali. La notizia era stata resa nota dall’avvocato Erich Grimaldi, presidente del comitato “Cura Domiciliare Covid19” cui si è rivolta la mamma di uno dei giovani residente a Portici.

I ragazzi avevano aderito ad una vacanza studio offerta dall’Inps ai figli dei dipendenti statali, con la compartecipazione da parte delle famiglie di un contributo pari a circa 2.600 euro per pensione completa. I giovani erano partiti direzione Malta lo scorso 25 giugno. Molti fra loro avevano ricevuto la prima dose di vaccino, altri non erano vaccinati e tutti sarebbero dovuti rientrare in Italia ieri sera con l’aereo delle 20:30 da Malta diretto a Roma Fiumicino.


“Ora, a causa dei contagi registrati e della mancata assistenza da parte delle autorità – ha dichiarato Grimaldi – sono rimasti in un albergo, senza terapia da inizio settimana”.
Ieri l’ambasciata è riuscita ad organizzato in collaborazione con le autorità locali a radunare tutti gli studenti al Corinthia Marina, a Saint Julian, riconvertito in Covid Hotel, al quale nessuno può avere accesso.

La situazione dei ragazzi sembra dunque non essere delle più ottimali, proprio per la mancanza di un’opportuna assistenza medica per quelli di loro risultati positivi.

L’intervento delle autorità italiane in stretto contatto con quelle maltesi dovrebbero poter garantire ai ragazzi risultati positivi, un’adeguata e sistemazione, e diversa rispetto all’intero gruppo, e le cure di cui necessitano.


Purtroppo la situazione è resa ancora più complessa in quanto il governo di La Valletta prevede in questi casi un periodo di quarantena obbligatoria e a pagamento fino al doppio tampone con esito negativo.

Nel mentre i genitori dei ragazzi hanno chiesto al Ministero degli Esteri italiano di intervenire e predisporre, appena possibile, un rientro in Italia dei propri figli, senza però riuscire ad ottenere finora alcun riscontro in merito.



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