Una vera battaglia pallone dopo pallone che ha visto l’Argentina di Messi, e perchè no, di Diego Armando Maradona, conquistare il trofeo omologo di quello che in serata andrà a giocarsi la nazionale Azzurra: la Copa America.
L’Argentina torna a gridare “campione” in Copa América dopo 28 anni e lo fa con il sapore della rivincita dopo aver sconfitto per 1-0 il Brasile, che ha detronizzato proprio nel Maracanà in una finale da sogno che passerà alla storia pur non avendo brillato in campo.
Nel secondo tempo il nervosismo la fa da padrone. Calcio duro, calcioni e corpo a corpo continui. Il Brasile attacca di più e si scopre di più. L’Argentina ne approfitta in un paio di occasioni, ma non riesce a mettere al sicuro il risultato. Ottima la prestazione dell’estremo dell’albiceleste Emiliano Martínez, bravo sul finale a neutralizzare una gran botta di Gabigol.
Al Brasile non sono bastati i cinque minuti aggiuntivi concessi dall’arbitro uruguaiano Esteban Ostojich, che ha ben diretto la gara, né sono bastati i cambi che Tite ha provato a fare per dare più convinzione e precisione ai continui attacchi della “canarinha”.
L’Argentina esulta con un solo gol di vantaggio sulla classica rivale, ma lo fa in casa del Brasile e in una finale di Copa América che si è giocata come se fosse la finale di un Mondiale. Quindicesima corona per un “albiceleste” che ha riconquistato lo scettro in Copa América, e ora condivide il primato di più vincente con l’Uruguay, nientemeno che contro il Brasile, ospite e che ha subito oggi la sua unica sconfitta nel torneo, la più dolorosa possibile, senza dubbio.
“Maradona è meglio ‘e Pelé…”, continua cantando l’Argentina che festeggia con un Messi che canta alla grande con tutta la sua squadra.