Risale in Italia il numero dei pazienti particolarmente fragili, affetti da Covid, in forma non grave, curati con gli anticorpi monoclonali.
Da quando il loro uso è stato autorizzato in via emergenziale dall’Aifa, il 10 marzo scorso, 195 strutture su tutto il territorio nazionale hanno prescritto ai loro pazienti la terapia monoclonale nella lotta al Covid-19.
Un trend che ad un certo punto aveva avuto un considerevole calo per poi spiccare nuovamente in alto negli ultimi 7 giorni, con un aumento del 118%, dal 2 all’8 luglio.
A favore dell’uso dei monoclonali si è schierata anche l’Organizzazione mondiale della sanità che nelle ultime linee guida ha raccomandato la cura proposta dall’oncologo napoletano Paolo Ascierto, in quanto ridurrebbe del 13% la mortalità dei pazienti in condizioni gravi.
Una posizione chiara e netta, quella dell’Oms, assunta dopo aver analizzato i dati relativi a oltre 10.000 pazienti coinvolti in 27 studi clinici che hanno, appunto, evidenziato la riduzione delle morti per Covid-19, 15 morti in meno ogni 1000 pazienti, mentre il rischio di essere sottoposti a ventilazione meccanica cala con questa cura del 28% (23 pazienti in meno intubati).
Un riconoscimento che ha premiato gli sforzi profusi dall’Istituto dei tumori Pascale di Napoli e soprattutto dal professor Ascierto che, un anno fa, in piena pandemia, ebbe l’intuizione di somministrare il Tocilizumab farmaco utilizzato nella cura dell’artrite reumatoide, a malati gravissimi colpiti dal virus.
“E’ una soddisfazione per tutti noi constatare che nell’anno più drammatico della sanità mondiale, i nostri ricercatori abbiano contribuito a dare una mano fattiva alla pandemia”. Ha dichiarato il direttore dell’istituto dei tumori di Napoli, Attilio Bianchi, che ha aggiunto: “Le ultime linee giuda dell’Oms confermano i nostri studi sul Tocilizumab, e siamo veramente felici di aver contribuito a salvare tante vite umane, che poi è la missione del nostro Istituto”.
“Il Covid 19 è una malattia grave – ha sottolineato Ascierto – e questa ricerca dimostra che esistono delle soluzioni terapeutiche di supporto al trattamento dei pazienti che ne sono affetti, inibendone la progressione o addirittura riducendone il rischio di morte.
Per noi degli ospedali Pascale e Cotugno di Napoli, la somministrazione del Toci non sarebbe stata possibile senza il contributo del collega Vincenzo Montesarchio. Questo è un risultato molto importante che testimonia che le nostre osservazioni erano giuste”.