In questi giorni in Campania, come nel resto d’Italia, si sta svolgendo la fase 1 per le immissioni in ruolo dei docenti per l’anno scolastico 2021/22. Tutti i docenti individuati stanno provvedendo alla scelta della provincia nella regione in cui hanno svolto il concorso aspettando di scegliere, in seguito, la scuola in cui andranno ad insegnare con in tasca l’agognato contratto a tempo indeterminato. E poi sarà il turno dei docenti presenti nelle Graduatorie ad Esaurimento.

Tutto senza sapere quale sarà il contingente di immissioni visto che ad oggi il ministero non lo ha comunicato ai vari UU.SS.RR. ne alle OOSS rappresentative.


Contestualmente sta concludendosi l’iter per la conversione in legge del decreto 73/2021, il così detto “Sostegni bis”, al cui interno ci sono degli articoli che riguardano la scuola.

Purtroppo dalla lettura dei vari emendamenti approvati e di quelli non approvati non ci sono buone notizie. Non si è voluto rispondere in modo efficace all’enormità di cattedre vacanti e disponibili con soluzioni immediate. A settembre ci ritroveremo con un’altissima carenza di insegnanti di ruolo che non ha precedenti nella storia della scuola italiana: 100mila su organico di diritto e ancora di più in quello di fatto, con una percentuale altissima di posti di sostegno assegnati ancora una volta a personale non specializzato.

Quello che scaturirà dal Parlamento sarà solo il là all’avvio di una serie di concorsi per diventare insegnanti di ruolo, dalla scuola dell’infanzia passando per la primaria fino alla secondaria: si avvieranno procedure straordinarie, ordinarie e abilitanti. Ma se va bene si partirà in autunno. Mentre la questione si doveva risolvere entro il 31 agosto, per salvare l’anno scolastico che inizia a settembre.


Avremo probabilmente due record per niente lusinghieri: toccheremo il massimo numero di precari nella storia della scuola pubblica italiana e di immissioni in ruolo autorizzate non assegnate a causa della cattiva organizzazione di reclutamento e non certo per mancanza di candidati.

L’ANSA la scorsa settimana informava che nel concorso ordinario per le discipline scientifiche STEM, voluto nel decreto Sostegni bis con una procedura più rapida in modo da avere docenti in ruolo a settembre 2021, si sta rivelando un disastro. A superare la prova scritta delle prime due prove sarebbero stati meno di un terzo dei candidati con conseguente mancanza di candidati da immettere in ruolo per settembre.


Un ulteriore buco nell’acqua a cui si somma la mancanza del rispetto della Direttiva Ue 1999/70/CE, secondo la quale dopo 36 mesi il personale va assorbito in ruolo, e del Comitato europeo per i diritti sociali, che accogliendo il ricorso 146/2017 ha bocciato la politica scolastica italiana sul precariato scolastico.

Insomma ci aspetta un ulteriore anno scolastico di tribolazioni senza aver sconfitto la pandemia.

Stefano Cavallini



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