“Non può esserci giustizia dove c’è abuso, né rieducazione dove c’è abuso”, lo ha affermato il premier Mario Draghi nel corso della sua visita, assieme a Marta Maria Carla Cartabia, ministro della Giustizia, al carcere di Santa Maria Capua Vetere, teatro di pestaggi ai danni di carcerati non più tardi di un anno fa.

Tuttavia per Draghi non occorre fare di tutta l’erba un fascio perché “la maggioranza degli agenti penitenziari sono persone perbene che rispettano i detenuti, la divisa e le istituzioni”.


Forti le immagini al vaglio degli inquirenti, oggetto di severe indagini, che riprendono atti di violenza nei confronti dei carcerati ed immortalate dalle telecamere interne del carcere.

La situazione dei detenuti nelle carceri italiane, caratterizzate da un sovraffollamento senza eguali è sotto gli occhi di tutti e spesso motivo di proteste non per ultima anche da parte della a Corte Europea che ha già condannato il nostro paese per ben due volte.


“Il Governo non ha intenzione di dimenticare – ha affermato i capo del governo, durante la visita al carcere – perché non può esserci giustizia dove c’è abuso, e non può esserci rieducazione dove c’è sopruso. Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato – ha aggiunto Draghi –  e i loro principi devono accompagnarsi ai diritti fondamentali. Diritti che vanno sempre protetti”. Perché, come ha precisato il premier: “la detenzione deve essere recupero, riabilitazione e gli istituti penitenziari devono essere comunità. E dobbiamo tutelare, in particolare, i diritti dei più giovani e delle detenute madri.

Le carceri devono essere l’inizio di un nuovo percorso di vita. L’Italia, questo Governo, comunità di Santa Maria di Capua Vetere, vogliono accompagnarvi”.



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