Aveva 33 anni Emanuele Melillo, l’autista morto a Capri. Lascia la compagna incinta

I suoi colleghi lo descrivono come un ragazzo ”molto solare, scherzoso, un giocherellone". Aveva un contratto a tempo determinato, ma essendoci una carenza di organico riusciva a lavorare quasi tutto l’anno. Un lavoratore esperto che conosceva le strade dell’isola

Si chiamava invece Emanuele Melillo, l’unica vittima del terribile incidente di questa mattina a Capri. Il giovane era originario del Rione Sanità a Napoli e aveva un figlio da una precedente relazione, mentre appena lo scorso 29 giugno aveva annunciato sui social, insieme alla compagna, l’arrivo di un figlio.




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Sempre sorridente Emanuele, capelli lunghi, amante dei tatuaggi, sportivo e gran tifoso del Napoli, sarebbe stato colto da infarto perdendo il controllo del minibus Atc che poi è precipitato nella zona di Marina Grande. Sarà ora l’autopsia a chiarire le cause del decesso.

Negli anni scorsi, ricordano sull’isola, era stato anche conducente delle ambulanze del 118, mentre da qualche tempo arrivava ogni mattina da Napoli con l’aliscafo e dopo il lavoro rientrava in città.



In questa calda mattinata estiva Emanuele è arrivato a Capri con il traghetto delle 8 e differentemente dalle mattinate invernali, quando aveva anche il tempo di fermarsi al bar, anche per questo era conosciuto sull’isola, era entrato subito in servizio. Un ragazzo simpatico lo definiscono in tanti, un caprese adottivo hanno dichiarato tanti di quello che lo conoscevano.

Aveva già effettuato corse al servizio dei turisti che affollano l’isola, nuovamente dopo questo anno e mezzo di chiusure, e alle 11,30 lo spaventoso incidente.

L’ipotesi di un improvviso malore sarebbe avvalorato da alcune testimonianze che parlano di una caduta del mezzo improvvisa, senza il rumore di frenate o tentativi da parte del conducente di evitare che il bus andasse fuori strada.

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