La Procura di Torre Annunziata ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti dei parlamentari di Forza Italia Antonio Pentangelo e Luigi Cesaro, coinvolti nell’inchiesta Cirio legata alla trasformazione dell’ex fabbrica stabiese in 300 mini – alloggi. Oltre ai due politici, i magistrati oplontini hanno notificato lo stesso atto anche all’imprenditore Adolfo Greco (già a processo nel procedimento Olimpo, con l’accusa di avere rapporti con la criminalità organizzata), all’ingegnere stabiese Antonio Elefante (consulente di Greco) e all’architetto Maurizio Biondi (funzionario della Provincia di Napoli). Esce invece di scena il consigliere regionale Mario Casillo (Pd) accusato, in prima battuta, di avere svolto un ruolo in Regione per fare avanzare la legge sull’housing sociale che serviva per ottenere il disco verde finale.


Il prossimo settembre così, per i due parlamentari di Forza Italia (così come per gli altri tre indagati) potrebbe arrivare la richiesta di rinvio a giudizio. L’inchiesta, coordinata dal sostituto Andreana Ambrosino e condotta dalla squadra mobile di Napoli e dal commissariato di polizia di Castellammare di Stabia, era uno stralcio del fascicolo “Olimpo” aperto dalla Direzione distrettuale Antimafia partenopea nel 2013, che ipotizzava una serie di reati di camorra collegati al perno principale dell’inchiesta, ovvero l’imprenditore Adolfo Greco, ex uomo di fiducia di Cutolo e “re del latte” ritenuto vicino ai clan dell’area stabiese e ad alcuni elementi di spicco dei Casalesi. Due processi condotti dall’Antimafia sono in corso a Torre Annunziata e Santa Maria Capua Vetere, e vedono Greco come principale imputato. In questo caso, secondo l’accusa Cesaro fu corrotto dall’imprenditore stabiese Adolfo Greco con una mazzetta da 10mila euro, mentre Pentangelo con il regalo di un Rolex per il suo compleanno.


Nel 2020 arrivò anche la richiesta d’arresto per gli indagati, poi annullata dal Riesame perché i reati di corruzione non sarebbero connessi a quelli che hanno permesso l’autorizzazione ad intercettare. Tra gli indagati figurano anche l’ingegnere Elefante, progettista della riqualificazione dell’ex insediamento industriale diventato motivo di corruzione dei due parlamentari, ultimi due presidenti della Provincia di Napoli, ente che ha poi nominato Maurizio Biondi commissariato ad acta per velocizzare la pratica urbanistica “bloccata” al Comune di Castellammare. Il progetto firmato Elefante prevedeva l’abbattimento della Cirio e la trasformazione dell’ex area industriale in un quartiere residenziale in parte dedicato all’housing sociale, con centinaia di appartamenti e locali commerciali. Per farlo, è una delle accuse, Elefante avrebbe ottenuto dalla Regione l’inserimento di una speciale deroga al Piano Casa.



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