Il Gazzettino vesuviano | IGV

68enne deceduto per mancanza di ossigeno nell’ambulanza: pronti gli avvisi di garanzia

Potrebbero partire a breve gli avvisi di garanzia nei confronti dei tre operatori sanitari stabiesi che hanno soccorso Aniello Vicedomini, il 68enne affetto da fibrosi polmonare morto perché era finito l’ossigeno in ambulanza. Un atto dovuto, dopo la denuncia sporta dai familiari della vittima. La Procura di Napoli starebbe per spiccare i primi avvisi di garanzia per fare piena luce sulla vicenda ed accertare tutte le eventuali responsabilità del caso. Il fascicolo è stato affidato al pm Stella Castaldo, che dovrà anche affidare l’incarico a un medico legale per l’autopsia. Dopo di che, la salma potrà essere restituita ai familiari per i funerali. L’ambulanza in questione era di proprietà di una società privata, che ha l’appalto con l’Asl Na 3 sud per il trasporto dei malati.



Intanto un’indagine interna è stata aperta anche dall’ Asl Na 3 sud. Il direttore generale Gaetano D’Onofrio ha affermato che la bombola era carica, ma i vertici aziendali hanno ribadito che “sarà fatto tutto il possibile per chiarire la vicenda ed accertare eventuali responsabilità”. La tragedia è avvenuta venerdì sera, quando Vicidomini (affetto da fibrosi polmonare) ha avvertito una forte crisi respiratoria. Prima l’arrivo al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo poi, vista la gravità della situazione, il trasferimento al Cardarelli di Napoli. E qui, durante il trasferimento da un padiglione al reparto dell’ospedale, secondo i familiari della vittima gli operatori dell’ambulanza stabiese non si sarebbero accorti che la bombola dell’ossigeno si era esaurita. Accuse che adesso i magistrati della Procura di Napoli chiariranno.



Sono stati gli stessi medici del Cardarelli, dopo la terribile notizia della morte di zi’ Aniello (così era conosciuto Vicedomini nell’area stabiese), ad avvisare la polizia. “Noi familiari chiederemo giustizia senza tregua per zio Aniello – afferma il nipote Michele Inserra – Agiremo in tutti le sedi. Un uomo buono come il migliore pane, tale era zio Aniello, non c’è più e chiediamo semplicemente che la magistratura accerti tutte le eventuali responsabilità. Bastava la licenza elementare per capire che un paziente con questo tipo di patologia avesse bisogno di ossigeno a flusso continuo”.



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