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Irma e Ciro grandi personaggi, ma lo sport oplontino vince senza dire grazie alla politica

Forse se questa festa si fosse fatta al Giraud, avrebbe procurato molto meno assembramenti, ma a qualcuno non sarebbe piaciuta. Bisogna dirlo, chi riporta i fatti con la presenza sul territorio e con una sana obiettività ha il dovere di fare una narrazione scevra da ogni condizionamento.



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In primis devo sottolineare la grande disponibilità di Irma la cui umiltà è pari alla sua grande classe, sia sul ring che fuori. Piacevole il suo eloquio, accompagnato da un volto sorridente che incanta, espressivi i suoi occhi che sprizzavano gioia.

Il Ciro, sempre così semplice da far paura, rimane il ragazzo che giocava davanti la Basilica di Torre Annunziata. Sul palco hanno vissuto la loro torresità, felici di stare a casa loro e di essere attorniati da amici e parenti.

Peccato non aver avuto la massiccia presenza di una Torre Annunziata spogliata di tutto ed in ultimo anche del suo Savoia… e purtroppo di ciò non s’è parlato, quasi come se ormai fosse finita una storia durata 113 anni.

Poi la sorpresa finale, il sindaco consegna le bandiere ad altri sindaci per le “città dello Sport” sotto il patrocinio della Comunità Europea. Una commissione è venuta a visitare i nostri centri e qualcuno s’è commosso… quasi come noi che ci commuoviamo nel vedere il Giraud che rimarrà vuoto, dopo che qualcuno l’ha usato come pretesto per volare su altri lidi e cancellare la storia calcistica della più antica e gloriosa società del Sud.

Rimane solo da pensare che se lo sport va avanti con questi risultati, lo si deve soltanto ad uomini come Lucio Zurlo, Ernesto Bergamasco, Alfredo Veneruso e tanti altri, che senza aiuti pubblici creano glorie per una terra affamata di sport, normalità, cultura e benessere.

Ma ora paradossalmente bisogna sperare che il prossimo 30 agosto venga approvato il bilancio comunale sì da poter dare inizio ai lavori del Giraud, ma se (la “ragion di stato” cioè gli interessi di gruppi politici che raramente coincidono con l’interesse della città) crolla tutto e vanno tutti a casa, allora i tempi slitteranno di qualche anno, ma cosa importa, ciò che conta è che torneranno antichi o nuovi a dirigere la banda musicale torrese, senza che Torre ascolti la musica.

Ernesto Limito



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