E’ tempo di tirare le somme. Sono infatti terminati i Giochi Olimpici di Tokyo 2020, i migliori di sempre per l’Italia, che ha messo a referto ben 40 medaglie, di cui 10 ori. Ma ora non ci concentreremo sull’intera delegazione azzurra, ma sui tanti componenti originari dei nostri territorio: infatti siamo qui per rivivere le emozioni che ogni napoletano a Tokyo ci ha regalato. Andiamo!

Irma Testa

Cominciamo da lei, dalla più acclamata, la più attesa, che alla fine ha anche vinto un bronzo. Parliamo dell’oplontina Irma Testa, che continua a portare alto il vessillo di Torre Annunziata dopo che Ciro Immobile ha preso parte alla grande impresa nell’Europeo. Nel torneo dei pesi piuma femminili, Butterfly elimina nei primi 3 turni Vorontsova, Walsh e Veyre, per poi arrendersi alla campionessa mondiale filippina Nesthy Petecio, che poi vincerà la medaglia d’argento in finale. Sicuramente Irma è stata l’atleta napoletana che ha regalato più emozioni agli italiani, anche grazie al suo percorso avvincente alla Kokugikan Arena. Memorabile poi la festa al suo ritorno a Torre Annunziata, con i suoi parenti che la hanno accolta con tanto di fuochi artificiali.

Angela Carini

Continuiamo a parlare di pugilato femminile, dove nei pesi welter spunta la napoletana trapiantata ad Afragola, Angela Carini: purtroppo il suo cammino olimpico è stato tutt’altro che buono. Agli ottavi di finale ha sbattuto contro Chen, del Taipei Cinese, perdendo 3-2 e chiudendo la sua avventura olimpica disputando solo una gara. Al suo ritorno da Tokyo arriva una notizia ancora più brutta per la boxeur napoletana: infatti il padre muore giusto 4 giorni dopo la sua sconfitta. Probabilmente Angela Carini non ricorderà volentieri queste Olimpiadi.

Alessandro Sibilio

Alessandro Sibilio ha disputato nel complesso un’ottima Olimpiadi. Il napoletano è arrivato in finale sia nei 400 metri individuali a ostacoli che nella staffetta 4×400, concludendo però in maniera disastrosa entrambe le finali. Nell’individuale il corridore napoletano ha chiuso all’ultimo posto, mentre nella staffetta la squadra Aceti-Re-Scotti e appunto Sibilio è arrivata al 7° posto, quando però poteva entrare in lizza per una medaglia. Da una parte ci si lecca le ferite, ma dall’altra c’è comunque un pizzico di felicità, in quando il nostro atleta ha stabilito il record italiano di 2 minuti, 58 secondi e 81 centesimi. A soli 22 anni, Sibilio può dirsi più che soddisfatto dei suoi Giochi: e ora si punta a fare ancora meglio fra 3 anni a Parigi.


Giovanni Abagnale e Vincenzo Abbagnale

Hanno gareggiato in coppia nel 2 senza del canottaggio, ma attenzione: Giovanni e Vincenzo non sono fratelli. Infatti Giovanni, di Gragnano, ha una sola B nel cognome, mentre lo scafatese Vincenzo ne ha due. La coppia non ha vinto una medaglia ma ci è andata comunque vicina: infatti sono arrivati in finale chiudendo al 5° posto con un tempo di 6 minuti, 31 secondi e 43 centesimi. Non un gran tempo, ma c’è da andare orgogliosi dei nostri due canottieri. E proprio se vogliamo trovare il pelo nell’uovo, c’è da dire che doveva gareggiare solo Giovanni, in coppia con Marco Di Costanzo, tra l’altro napoletano, al quale poi è subentrato Abbagnale.


Marco Di Costanzo, Giuseppe Vicino e Matteo Castaldo

Dopo aver visto la coppia del 2 senza, passiamo ora al 4 senza sempre del canottaggio, dove ben 3 su 4 dell’equipaggio sono napoletani: sono Marco Di Costanzo, Giuseppe Vicino e Matteo Castaldo. Loro 3 hanno aiutato il laziale Lodo a conquistare la medaglia di bronzo in questa specialità del canottaggio, a scapito dell’oro Australia e dell’argento Romania. Oltre a gareggiare nel 4 senza, Marco Di Costanzo, come detto prima, è apparso anche nel 2 senza insieme a Giovanni Abagnale chiudendo al secondo posto la batteria 2 delle qualificazioni, vedendo poi Vincenzo Abbagnale prendere il suo posto in semifinale e finale.

Gennaro Di Mauro

E chiudiamo il tema canottaggio, con il sesto e ultimo canottiere della nostra terra, Gennaro Di Mauro, che sbarca a Tokyo a soli 19 anni. Gennaro, proveniente da Massa di Somma, ha gareggiato egregiamente nel torneo individuale, nel quale ha chiuso secondo nella finale B. Fosse stata la finale A, avrebbe regalato agli italiani un argento storico, ma il classe 2001 deve essere più che felice di questo suo importante risultato, ottenuto al termine di un cammino memorabile. Nelle qualificazioni ha chiuso al secondo posto la terza batteria, poi è terzo ai quarti di finale, e infine chiude quarto in semifinale, senza riuscire a qualificarsi per la finale A. Ma va bene così, secondo posto nella finale B per il nostro canottiere che si fa subito notare: chissà se a Parigi non lotterà per una medaglia.

Cristina Chirichella e Monica Di Gennaro

Nella squadra di pallavolo femminile figurano due nostre conterranee: la napoletana Chirichella e la sorrentina Di Gennaro. Nel turno preliminare le azzurre vincono 3 gare su 5, contro Comitato Olimpico Russo, Turchia e Argentina, per poi arrendersi a Cina e Stati Uniti. Con queste 3 vittorie, le pallavoliste italiane staccano il pass per i quarti di finale, dove poi Chirichella, Di Gennaro e compagne dovranno inginocchiarsi contro la Serbia, successivamente medaglia di bronzo. Non un percorso perfetto, ma c’è da dire che Cristina e Monica hanno giocato una buona Olimpiade, e poi hanno perso solo contro Cina, Serbia e Stati Uniti, le squadre più forti (la nazionale a stelle e strisce medaglia d’oro).


Vincenzo Renzuto Iodice e Alessandro Velotto

Dopo le due pallavoliste, passiamo ad un altro sport di squadra: la pallanuoto. Nella squadra maschile italiana abbiamo due nostri conterranei: i due napoletani Renzuto e Velotto. L’Italia della pallanuoto nel Gruppo A è uscita imbattuta vincendo contro Sudafrica, Stati Uniti e Giappone e pareggiando contro Grecia e Ungheria. Ai quarti di finale poi l’Italia frena contro la corazzata Serbia, perdendo malamente 10-6 e andando a giocare il mini-torneo per una posizione dal 5° all’8° posto. La squadra dei nostri Vincenzo e Alessandro incontra nuovamente gli Stati Uniti, che si vendicano vincendo 7-6. Si va quindi a giocare per il 7° posto contro il Montenegro, battuto 18-17 in una partita al veleno.

Luca Curatoli

Il napoletano Luca Curatoli padroneggia la sciabola della scherma, vincendo nel torneo a squadre anche una medaglia d’argento. Ma freniamo e riavvolgiamo il nastro: prima di gareggiare nella competizione a squadre il nostro schermidore si arrende subito ai sedicesimi di finale del torneo individuale contro il rumeno Teodosiu, che lo batte 15-13. Luca si riscatta però nella sciabola a squadre, nella quale, dopo aver battuto Iran e Ungheria, vola in finale. Purtroppo Curatoli e il team azzurro perdono malamente contro la Corea Del Sud: il risultato è 45-26, una batosta non indifferente. Ma va bene così, anche Luca Curatoli regala a Napoli e dintorni un’altra medaglia, questa di colore argenteo.



Christian Parlati

Per il napoletano di Ponticelli Christian Parlati non sono state certo delle Olimpiadi entusiasmanti, con solamente 3 gare disputate nel judo, e solo una vittoria. Christian gareggia nel torneo maschile degli 81 chilogrammi, battendo l’egiziano Abdelaal in una gara senza storia per poi uscire agli ottavi di finale contro l’esperto padrone di casa Nagase. Parlati poi partecipa al torneo a squadre miste, ma subito alla prima gara l’Italia saluta agli ottavi di finale perdendo 4-3 contro l’Israele. Uno dei 3 punti azzurri, però, è stato proprio del judoka napoletano. E’ strano dire che Christian non è stato esaltante, visto che a casa Parlati il judo è sacro e di famiglia: infatti il papà Raffaele e lo zio Massimo sono istruttori di questa arte marziale, mentre il fratello Enrico, seppur molto meno prestigioso, è anche lui un judoka. Le aspettative per Parigi, però, sono tante


Mario Sanzullo

E infine chiudiamo con il nuotatore di Massa di Somma Mario Sanzullo, che ha preso parte ai 10 kilometri del nuoto di fondo chiudendo però solamente al 14° posto, andando neanche lontanamente vicino ad una medaglia. Ovviamente il nuotatore massese ha disputato solamente una gara, la finale, in quanto queste gare da 10 kilometri sono estremamente dispendiose. Parigi sarà probabilmente per Mario l’ultimo palcoscenico a cinque cerchi, perchè avrà 31 anni e difficilmente appenderà il costume al chiodo dopo le Olimpiadi di Los Angeles.

Giuseppe Garofalo



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