Al momento tutti negativi ai test covid gli 87 profughi che sono giunti nella mattinata del 25 agosto al Covid Residence di Ponticelli, che è stato riaperto per accoglierli.

Presto saranno altri 40 i profughi in arrivo dall’Afganistan ed attesi nella struttura napoletana che ha circa 170 posti disponibili per la primissima accoglienza e la quarantena.


Oggi l’Asl Napoli 1 ha cominciato infatti l’analisi con i tamponi e delle anamnesi generali dei cittadini afgani arrivati da Kabul nell’ambito della prima accoglienza organizzata dalla Regione Campania. Presto saranno anche sottoposti alla vaccinazione contro il Covid.

L’accoglienza ha riguardato anche i bambini a cui la Protezione Civile della Campania e l’Asl hanno portato dei giocattoli, oltre a vestiti e abbigliamento intimi per tutti.

Per la fine della quarantena, che durerà dieci giorni già si stanno muovendo i comuni per la successiva accoglienza e integrazione gli afgani ospiti a Ponticelli. L’assessore all’Immigrazione Mario Morcone ha dichiarato: “Ricevo disponibilità molto qualificate in questi giorni ad accogliere gli afgani, dalla Comunità di Sant’Egidio ad altre strutture di grande qualità. Riscopro un’Italia che non si tira indietro e sa fare solidarietà come va fatta, sono molto speranzoso che questa operazione che coinvolgerà 2500-3000 persone in Italia non sarà un problema”.


Il Comune di Napoli sta riattivando la rete “Napoli Città Rifugio”, istituito nel 2018 con durata quadriennale e l’assessore alle politiche sociali Donatella Chiodo ha già inviato un piano del Comune in Prefettura: “Aspettiamo che si convochi un tavolo in Prefettura – spiega – anche perché diversi soggetti sono pronti a dare il proprio contributo ma pensiamo che serva una cabina di regia proprio dall’organo di governo sul territorio per interventi coordinati”.

“Napoli città rifugio” è una rete che coinvolge soggetti come gli atenei Federico II e l’Orientale, gli ospedali Santobono-Pausillipon e Betania, la Comunità di Sant’Egidio e la chiesa metodista di Napoli, la GVC Onlus e lavora su azioni per il rafforzamento dei percorsi di integrazione sociale e culturale, di acquisizione delle competenze linguistiche e delle abilità lavorative e sociali, con l’obiettivo di favorire la stabilizzazione in Italia dei rifugiati.


Napoli è poi pronta a offrire i propri posti della rete Sprar, mentre da San Giorgio a Cremano il sindaco Zinno aveva già annunciato che ha “spazi liberi all’interno del proprio progetto SAI, il secondo più grande della Campania. Siamo, quindi, pronti all’inserimento dei collaboratori di missioni italiane in questo progetto, dando una accoglienza adeguata per i rifugiati afghani, al momento senza costi aggiuntivi per le finanze pubbliche, nelle more di un eventuale e specifico ampliamento del programma SAI deciso dal Ministero. Avendo il nostro progetto già in passato ospitato ex collaboratori afghani delle forze armate italiane, sarà questo un ulteriore passo per garantire nel prossimo futuro accoglienza e integrazione a donne e uomini in queste ore in fuga dal loro Paese”.

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