Due guantoni da pugile, una maglia nera con la scritta “Energy Boxe Caserta”, fiori, lumini e soprattutto tanti cittadini, tra adulti, adolescenti e bambini.

È un vero e proprio pellegrinaggio quello che sta avvenendo a Caserta, in piazza Correra, nel punto dove è stato accoltellato sabato notte il 18enne Gennaro Leone, morto in ospedale tre ore dopo il ferimento per l’a forte perdita di sangue.


Il suo aggressore, un 19 enne di Caivano, è in carcere sotto choc per omicidio volontario dopo aver confessato.

Intanto a Caserta si discute sulla deriva assunta dalla movida, sempre più senza regole e violenta. Qualche anziano invoca “la pena di morte, perché non si può girare armati a 18 anni”; tanti genitori arrivano con i figli piccoli e a bassa voce spiegano cosa è accaduto. “Nessuno pensa ai giovani – dice un padre – questa città non ha nulla per i ragazzi. E per noi genitori non è facile dare loro il senso delle regole, perché di esempi positivi non ce ne sono. Eppure dobbiamo fare capire ai nostri figli quanto è accaduto, perché non si ripeta più”.

Per Giacomo Colella, titolare di un ristorante nei pressi di piazza Correra, “qui siamo al centro di Caserta ma c’è un abbandono totale. Abbiamo chiesto telecamere di videosorveglianza, più pattuglie di polizia, carabinieri e vigili urbani, ma la risposta è sempre la stessa: non abbiamo auto e uomini, e così siamo soli”.

Due mesi fa, sempre nella stessa piazza, un 16 enne ubriaco ferì il titolare di un bar con una bottiglia di vetro rotta. Fu convocato, così come avvenuto oggi, il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, il sindaco di Caserta emise un’ordinanza anti-alcol ma le cose non sono cambiate.


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