Erano circa le 22 di sabato sera, quando un boato ha scosso il quartiere dove sorge l’ex pastificio Vitagliano, a Torre Annunziata.

Paura e sgomento tra gli abitanti del quadrilatero Carceri, zona tristemente nota per gli edifici abbandonati e in rovina, che dopo il forte frastuono, si sono riversati in strada per capire cosa stesse succedendo.

Davanti alla scena molti si sono lamentati di aver intuito che qualcosa non andava sin dalla prime luci del giorno e di aver allertato prontamente le autorità competenti, senza ottenere però alcun risultato.


Vigili del Fuoco e tecnici del Comune intervenuti sul posto non hanno reputato ci fosse pericolo per i residenti e si erano allontanati rassicurando i residenti. “Poteva esserci un’altra Rampa Nunziante”, ripetono gli abitanti del posto. Nei loro occhi la paura di una tragedia sfiorata e il ricordo doloroso del crollo dello stabile che nel luglio 2017 cedette inghiottendo 8 persone.

Questa volta, per fortuna, nessuna vittima, ma solo un grande spavento e moltissima rabbia. Sin dalla mattina, infatti, i residenti in via Cuparella, avevano avvertito rumori provenienti dall’interno dell’ex pastificio e notato della polvere alzarsi a tratti dall’edificio dismesso e ormai abbandonato, causati da piccoli crolli susseguitisi durante la mattinata. Foto di quanto stava accadendo erano state postate anche sui social nella segreta speranza che qualcuno potesse intervenire. Tuttavia, dopo la verifica dei Vigili del Fuoco e dei tecnici comunali, non era stato ritenuto utile adottare alcun provvedimento. Poi d’improvviso tutta una parete dell’ex pastificio è venuta giù avvolgendo l’intero rione in una nuvola polverosa.

Il crollo ha interessato il cortile del condominio confinante fortunatamente sgombro al momento dell’incidente.

Tre le famiglie accompagnate dai pompieri fuori dal palazzo confinante, con diversi bambini tra cui uno piccolissimo, trasportato in carrozzina, mentre una quarta aveva lasciato un altro immobile adiacente proprio pochi minuti prima del crollo. Salvato anche un cane, un pitbull finito sotto le macerie.

Circa trenta le persone attualmente sfollate e in attesa di sapere se e quando potranno rientrare nelle proprie abitazioni.

Nel frattempo i funzionari comunali coordinati dall’architetto Gino di Donna, stanno effettuando i rilievi del caso per poter determinare i danni alla struttura e alle palazzine confinanti. Sul posto anche i carabinieri della locale stazione agli ordini del luogotenente Giovanni Russo e una seconda squadra di caschi rossi per collaborare alle verifiche necessarie e provvedere alla messa in sicurezza del perimetro.

“Le condizioni dell’edificio sono molto precarie – ha dichiarato Di Donna – il problema più grave è rappresentato dall’imminente pericolo di ulteriori cedimenti che potrebbero coinvolgere le zone vicine. Ci sono rigonfiamenti sulle pareti laterali – ha continuato l’architetto – si sentono scricchiolii alle pareti. Credo che la situazione possa peggiorare velocemente”, ha concluso.

Nel frattempo, per timore di nuovi cedimenti, e sino alla messa in sicurezza dell’intera area interessata, è stata chiusa la strada che costeggia l’edificio. Con un’ordinanza del comandante della Polizia Municipale Giuseppe Iorio, il traffico proveniente da nord, lungo il Corso Vittorio Emanuele III, è dirottato su Via Mazzini, Via Bertone e Via De Simone, mentre chi transita su Via Cavour dovrà necessariamente svoltare su Via Murat, Via Pastore o Via Commercio.

Attesa anche un’ordinanza del sindaco che dovrebbe prevedere l’abbattimento di almeno due piani del pastificio.

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