Il giudice Maria Luisa Miranda ha accolto la richiesta della Procura antimafia e ha inviato al Senato la richiesta di arresti domiciliari per il senatore di Forza Italia, Luigi Cesaro.

La storia dei fratelli Casaro continua ad essere al centro della cronaca politica, ma negli ultimi anni soprattutto giudiziaria e quest’ultimo capitolo vede ancora una volta l’ex presidente della Provincia di Napoli “Giggino”. Ancora una volta per lui accuse di legami con la malavita organizzata, questa volta in particolare di legami con il clan Puca operante a Sant’Antimo, feudo e bacino di voti dei Cesaro bros.



Venerdì mattina, sono stati i Carabinieri a notificare la misura cautelare per l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica. Una misura restrittiva, diciamo così, almeno per il momento, “a salve”, visto che per poter essere eseguita sarà indispensabile l’autorizzazione a procedere da parte del Senato, camera parlamentare del quale fa parte l’inquisito. La misura, quindi, passerà ora al vaglio della Giunta per le autorizzazioni a procedere di Palazzo Madama.

L’ex presidente della provincia è indagato per concorso esterno in associazione camorristica. L’inchiesta, condotta dai Carabinieri dei Ros, ipotizza accordi politico-mafiosi nel comune di Sant’Antimo e un presunto “patto di reciproca convenienza”, un accordo tra il clan camorristico del boss Pasquale Puca e la famiglia Cesaro. Secondo l’accusa i Cesaro, in qualità di imprenditori e Luigi anche di politico, agevolavano le attività illecite dei Puca.



Nel mese di giugno del 2020 scattarono 59 misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta sugli intrecci tra politica, imprenditoria e camorra a Sant’Antimo. In quella occasione i pm di partenopei avevano chiesto anche l’arresto in carcere per il senatore azzurro. La richiesta era comunque sottoposta all’autorizzazione parlamentare che è ora stata modificata in domiciliari.

Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli del parlamentare, erano già stati arrestati nel 2017 nell’ambito dell’inchiesta sul Piano di insediamento produttivo di Marano.

Il lavoro degli investigatori si basavano sull’utilizzo di 28 intercettazioni. Il Senato aveva autorizzato l’utilizzo solo di 6 di queste conversazioni e aveva restituito al giudice i documenti nel maggio scorso.

Dopo una nuova valutazione degli atti, il Gip ha firmato l’ordinanza cautelare. L’inchiesta è coordinata dalle pm Giuseppina Loreto e Antonella Serio con la procuratrice aggiunta Rosa Volpe e coinvolge anche tre fratelli del parlamentare, Aniello, Raffaele e Antimo, attualmente sotto processo davanti al tribunale di Napoli Nord.




I legali Alfonso Furgiuele e Michele Sanseverino, difensori del senatore, hanno affermano: “Dopo aver preso visione del contenuto dell’ordinanza applicativa della misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, dott.ssa Miranda, rilevano innanzitutto che già l’ufficio del P.M. ha rivisto l’originaria richiesta cautelare, invocando la sottoposizione agli arresti domiciliari invece della custodia cautelare in carcere. Comunque, all’esito di un primo rapido esame della motivazione del provvedimento, ritengono che esso sia meritevole di una ferma censura, sia in ordine al profilo della gravità indiziaria sia a quello dell’esistenza e permanenza attuale delle esigenze cautelari. Pertanto, indipendentemente dalla decisione che verrà adottata dal Senato in ordine alla richiesta di autorizzazione all’arresto, intendono immediatamente proporre istanza di riesame al Tribunale della Libertà di Napoli”.

“Esterrefatto e convinto che l’approfondimento dei fatti e l’attenta valutazione delle circostanze permetteranno alla verità di emergere. Come già accaduto in precedenti occasioni”, così Luigi Cesaro che resta in attesa delle decisioni del parlamento, il tutto in concomitanza con la campagna elettorale che sta per entrare nel vivo.


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