Per il WWF la tutela delle acque, sia dolci che marine, è tema prioritario; di conseguenza anche le problematiche sulla depurazione vanno affrontate in modo rapido ed efficace specie quando incidono su ambiti delicati vuoi per la loro qualità naturalistica, vuoi perché essenziali ad attività economico quali la pesca ed il turismo.
Purtroppo la vicenda del depuratore di Maiori, al di là di ogni giudizio sull’opera, non ha dimostrato né rapidità né efficacia ed il recente intervento del Ministero della Cultura tramite il Sottosegretario Lucia Bergonzoni (in risposta ad un’interrogazione parlamentare della Deputata Anna Bilotti) certifica carenze ed omissioni procedurali inammissibili dato il tempo in cui si discute dell’opera e dato l’approccio delle Istituzioni locali secondo cui tutto era regolare e quindi a posto.
Il WWF ritiene che la scelta di un’opera in un contesto ambientale paesaggistico e culturale quale quello della Costiera Amalfitana andrebbe sempre accompagnata da un’analisi preventiva comparata, un’analisi che nel caso del depuratore di Maiori non è stata fatta. Ipotesi alternative, inizialmente avanzate in particolare dalla Società AUSINO che gestisce nella zona i servizi idrici integrati, sono state sempre negate dai sostenitori del depuratore di Maiori che hanno approcciato la questione quasi fosse l’unica soluzione possibile. C’è dunque un approccio metodologico sbagliato sull’opera la cui utilità non è negata dal WWF ma che, come affermato dal Ministero della Cultura, comporta “interventi di particolare impatto” che non solo occorre valutare ma eventualmente evitare qualora fosse dimostrata l’efficacia di altri progetti.
Il passaggio più critico della nota del Ministero della Cultura è quello con cui si afferma che il depurate di Maiori previsto “contrasta con le disposizioni del Piano Urbanistico Territoriale che, tra l’altro, per zona 12 prescrive la redazione obbligatoria del Piano particolareggiato”. Si tratta di un passaggio formale con un preciso iter deliberativo che deve portare ad una variante del Piano Urbanistico Territoriale che il Ministero della Cultura vede come propedeutico, quindi preventivo, rispetto all’eventuale approvazione dell’opera. Possibile che questa circostanza sia stata così gravemente ignorata dai proponenti l’opera tant’è che si sta procedendo sulla progettazione della stessa senza risolvere questa problematica pregiudiziale?
Se davvero s’intende risolvere il problema della depurazione delle acque di quel tratto di Costiera Amalfitana occorre che le amministrazioni locali, ed in particolare il Comune di Maiori, cambino l’approccio sin qui avuto. Per loro stessa garanzia è opportuno che confermino la scelta del depuratore solo a valle di un’analisi comparata che il Comune di Maiori non ha ritenuto di dover fare.
Per garanzia di tutti inoltre è indispensabile che le indicazioni del Ministero della Cultura trovino puntuali risposte poiché se il depuratore non è stato realizzato non è certo per la contrarietà di alcuni, quanto per problemi di trasparenza sulle scelte e per procedure non correttamente sino ad oggi seguite.