In arrivo contributi a fondo perduto per le imprese turistiche della Regione Campania. “Si tratta – spiega afferma Giuseppe Arleo, coordinatore dell’Osservatorio Next Generation del think tank Competere.eu – di un importante incentivo messo diretto alle imprese di un comparto duramente colpito dalle restrizioni originate dal Covid 19. Un sostegno sicuramente utile e positivo, finalizzato a adeguare l’offerta turistica anche alla luce delle nuove esigenze poste dalla pandemia”.
Sui siti della Regione Campania e dell’Agenzia Campania Turismo, è aperta la piattaforma ed è disponibile la modulistica per la compilazione delle domande di finanziamento. Potranno essere inviate a partire dal 1° ottobre fino a 2 novembre, “ma la chiusura dei termini – sottolinea Arleo – potrebbe essere anticipata qualora le domande presentate arrivino al 200% delle somme stanziate”.
La selezione delle richieste pervenute sarà effettuata con la modalità a “sportello valutativo”. “Si tratta di un incentivo”, continua Arleo, “diverso dai classici ristori, pur importanti durante i mesi difficili della pandemia. L’obiettivo che si pone la nuova agevolazione è infatti di lungo corso, ci si prefigge di supportare gli investimenti in digitalizzazione dell’offerta turistica, relativi sia all’innovazione di processo che di prodotto. Si intende favorire il riposizionamento competitivo delle strutture ricettive e degli operatori dell’intermediazione dell’offerta turistica regionale, per stimolare la ripresa del comparto nel territorio e generare quindi impatti positivi in termini di rilancio e crescita occupazionale”.
Il contributo a fondo perduto ottenibile è pari al 60% dell’investimento realizzato, entro un massimale di 200 mila euro. Rientrano nelle agevolazioni le spese inerenti l’acquisto di attrezzature e arredamenti nuovi di fabbrica, le opere edili di ristrutturazione e impiantistica funzionale all’adeguamento della normativa anti Covid, l’acquisto di software, la comunicazione e la promozione commerciale, le spese tecniche, di progettazione e gli studi di fattibilità economico finanziaria.
Possono- conclude Arleo- presentare domanda di contributo le Mpmi, micro piccole e medie imprese, operanti in Regione Campania, sia in forma singola che associata come Consorzio o società consortili e reti d’impresa, a condizione che operino come “esercizi ricettivi” o “operatori dell’intermediazione turistica regionale”.
Rientrano nelle forme di esercizio ricettivo: tutte le attività d’impresa rientranti nei settori di strutture alberghiere (alberghi, villaggi albergo, residenze turistico alberghiere, alberghi diffusi, condhotel, marina resort, e le altre strutture individuate come tali dalla normativa regionale); le strutture extra/para-alberghiere (affittacamere, ostelli per la gioventù, case e appartamenti per vacanze, residence, case per ferie, bed and breakfast, rifugi montani, ospitalità religiosa e le altre attività individuate come tali dalla normativa regionale). Rientrano invece nella categoria di “operatore dell’intermediazione turistica regionale” imprese come Agenzie di viaggio e Tour operator, gli altri servizi di prenotazione e le altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio.