Minorenni pusher o veri e propri corrieri di droga tra i vicoli del centro antico. E’ questa l’inquietante ipotesi formulata dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che indagano sulla cosca dei Vitale. Secondo un filone investigativo, i minori sarebbero coinvolti nello spaccio di stupefacente. Il loro ruolo non sarebbe soltanto quello di consegnare droga ai clienti, ma anche incassare il denaro e indicare agli acquirenti dove ritirare quantitativi più grandi di droga.
Uno scenario inquietante, che arriva in concomitanza con l’inizio del processo nei confronti dei fratelli Maurizio, Luigi e Pasquale Vitale, ritenuti a capo dell’organizzazione criminale del centro antico. Il procedimento penale vede alla sbarra anche altre tre persone, sempre per reati inerenti lo spaccio di stupefacenti: si tratta di Raffaele Di Leva, Luigi Russo ed Enzo Guarino. Secondo gli inquirenti i Vitale sarebbero i promotori, dirigenti e organizzatori del sodalizio criminale del centro antico. Un gruppo specializzato in particolar modo nello spaccio di cocaina e marijuana e che si sarebbe avvalso anche di minorenni.
Tra questi anche un giovanissimo (per il quale si procederà dinanzi al tribunale per i Minori di Napoli) che avrebbe gestito anche la cassa dell’organizzazione criminale. Dall’inchiesta emergono anche rapporti sempre più intensi intercorsi tra i Vitale e importanti cosche siciliane, operative nella provincia di Catania. Secondo quanto accertato, esisteva un accordo per il quale i Vitale, storica cosca del centro antico di Castellammare, rifornivano di marijuana gli alleati del clan Vasta che gestisce gli affari illeciti nella città di Catania. Le due organizzazioni riuscivano a comunicare fra di loro eludendo, spesso, anche le intercettazioni telefoniche dei militari. Le inchieste hanno permesso di ricostruire la fitta rete di legami che vedeva proprio nei Vitale i fornitori di sostanze stupefacenti per le cosche siciliane.