Il Gazzettino vesuviano | IGV

Castellammare, la relazione dell’Antimafia: il clan D’Alessandro e le alleanze con i clan di Secondigliano

Il clan D’Alessandro mantiene la propria autorevolezza, grazie alle alleanze con altri clan storici di Secondigliano e della provincia napoletana, quali i Nuvoletta dell’area vesuviana e i Gionta di Torre Annunziata. Un’autorevolezza rafforzata anche da un’abile politica di spartizione delle attività illecite nel territorio, con altri clan locali come i Cesarano del quartiere Ponte Persica e gli Imparato del rione Savorito. E’ quanto emerge dalla relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia, che fa il punto sulle attività dei clan e della camorra nell’area stabiese. Secondo quanto emerso le strategie relazioni della cosca scanzanese risulterebbero efficacemente gestite da Teresa Martone, vedova dell’ex capoclan Michele D’Alessandro, da considerarsi attuale reggente del sodalizio.



I principali interessi illeciti sono confermati dall’operazione “Domino” che, il 3 giugno 2020, ha portato all’arresto del gotha del clan di Scanzano quale detentore del controllo del mercato degli stupefacenti peraltro estesosi nella penisola sorrentina, grazie all’alleanza con gli Afeltra – Di Martino in collaborazione per l’approvvigionamento con le ‘ndrine rosarnesi Bellocco e Pesce. Il clan D’Alessandro predilige inoltre le estorsioni in danno di esercizi commerciali e imprese locali, ma soprattutto gestisce il settore delle onoranze funebri sul quale detiene un controllo di fatto monopolistico. La consorteria criminale gode infatti della contiguità di imprenditori “amici”, come documentato da recenti indagini basate anche sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.



In particolare va evidenziata la figura di un pregiudicato del clan Cesarano di Pompei, che risulterebbe al centro di un trust di imprese tutte orbitanti nel medesimo contesto criminale e operanti nel medesimo settore commerciale le quali sono state colpite, negli ultimi tempi, da interdittive antimafia emesse dalle Prefetture di Napoli, Caserta, Salerno e Latina. Il clan Cesarano, che opera nei comuni di Castellammare di Stabia, Scafati e Pompei, quantunque ridimensionato da inchieste e da arresti eccellenti, resta attivo in particolare nella gestione delle estorsioni operando nella parte periferica del comune al confine con Castellammare di Stabia, dove insiste il noto “mercato dei fiori”. L’11 agosto 2020 fu emessa dal Gip del Tribunale di Salerno un’ordinanza nei confronti di 36 persone in carcere e 13 agli arresti domiciliari. Il rinvenimento effettuato il 4 agosto 2020 di una pistola mitragliatrice AK-47 con serbatoio rifornito di cartucce, documenta la disponibilità da parte dei gruppi criminali di armi anche da guerra.



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