Tra Gragnano, Pimonte e Agerola si conferma la presenza del clan Afeltra – Di Martino, dedito prevalentemente alla coltivazione, al traffico e allo spaccio di marijuana. E’ quanto emerge dall’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia. Il sodalizio mantiene rapporti di collaborazione con gli stabiesi D’Alessandro, mentre si pone in forte contrapposizione rispetto alla locale famiglia Carfora, come confermato anche dalle indagini concluse in relazione ai diversi fatti di sangue avvenuti nella prima parte dell’anno.



Il clan Di Martino, forte soprattutto della sua connotazione familiare, continua a esercitare la propria influenza sul territorio nonostante la detenzione del capoclan, della moglie e recentemente del figlio Antonio che è stato arrestato il 28 dicembre 2020 dopo un lungo periodo di latitanza nei boschi dei Monti Lattari.

Nel medesimo contesto il 2 novembre 2020 i carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di 6 elementi di spicco dell’articolazione Gentile del clan Afeltra (attiva soprattutto ad Agerola) in quanto ritenuti responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Nel corso delle indagini sono state documentate le modalità intimidatorie con cui gli arrestati imponevano ai commercianti della zona l’acquisto di determinata merce.



Il Gip ha delineato un quadro di forte contiguità tra ambienti criminali e operatori economici in un contesto di diffusa omertà tanto che non risulta sporta alcuna denunzia da parte delle vittime delle estorsioni. Attenzioni focalizzate anche sull’area pedemontana dei Lattari. Nel territorio tra Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate e Angri (Salerno) potrebbe risultare significativa la recente scarcerazione di un personaggio dalla rilevante caratura criminale fondatore, insieme al fratello attualmente collaboratore di giustizia, del clan Fontanella subentrato al clan Imparato.



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