Il 6 ottobre i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna (NA) hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Mauro Franzese, elemento di spicco del clan Moccia di Afragola (già detenuto per altra causa), poiché gravemente indiziato di aver materialmente commesso, unitamente ad altri, l’omicidio di Vincenzo SIERVO, alias o paccon, affiliato al clan Mazzarella di Napoli, avvenuto il 25 gennaio 1998 a Casoria.


Nel provvedimento cautelare del GIP si legge che l’uccisione di Vincenzo o paccon ha segnato la storia della criminalità organizzata napoletana¸ avendo dato inizio alla faida, sino a quel momento latente, tra il clan Mazzarella e il cartello camorristico dell’Alleanza di Secondigliano che intratteneva “buoni rapporti” con il clan Moccia.

Proprio in tale contrapposizione va ricercata la genesi dell’omicidio SIERVO. Inoltre, per il clan Moccia l’uccisione del SIERVO era divenuta strategica in quanto lo stesso, uomo dei Mazzarella, a quell’epoca dalla città di Napoli si era trasferito a vivere a Casoria, territorio ove da sempre opera il clan Moccia e dunque la presenza e l’operatività del SIERVO era quanto mai sgradita.


Alcuni collaboratori di giustizia indicano SIERVO quale partecipante ai gravi fatti passati alla storia come la “strage del mercato ortofrutticolo di Casoria”, avvenuti il 15.09.1990, in cui, tra gli altri, perse la vita un ragazzino di 11 anni e venne ferito anche il fratello del destinatario dell’ordinanza in questione, FRANZESE Antonio.

Per la ricostruzione dei fatti riguardanti l’omicidio SIERVO si sono rivelate utili le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia.



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