Prima la guerra tra clan, condotta a suon di attentati e bombe. Poi la pax mafiosa, siglata grazie alla mediazione intercorsa tra Ferdinando Cirillo, 61enne di Scafati appartenente al nuovo clan Buonocore – Martone nato nella città salernitana, e Vincenzo Cesarano (cugino di Ferdinando Cesarano, fondatore della cosca di Ponte Persica). Da qui il patto di non belligeranza che ha portato alla divisione di zone tra cosche, per la gestione del giro di stupefacenti e delle estorsioni: ai Cesarano è toccato il territorio di Castellammare e Pompei, ai Loreto – Ridosso la città di Scafati e ai Buonocore – Matrone la stessa Scafati e Santa Maria la Carità. Sono i nuovi scenari criminali emersi dall’operazione dei carabinieri di Salerno, che ha portato a 21 gli arresti.

Tra i destinatari ci sono anche tre affiliati alla cosca dei Cesarano. Si tratta di Luigi Di Martino (alias o’profeta, ex reggente del clan e già in regime di carcere duro), Giovanni Cesarano e Raffaele Belviso, tutti già in carcere. Gli altri arrestati appartengono ai clan di Scafati e sono residenti nel comune salernitano. Oltre ai 13 arrestati, altre 8 persone sono finite ai domiciliari mentre sono 11 gli indagati a piede libero. E’ il bilancio dell’operazione effettuata ieri mattina dai carabinieri, sulla scorta delle indagini dell’Antimafia, che hanno permesso di stroncare sul nascere l’ascesa del nuovo sodalizio camorristico Buonocore – Matrone, attivo nell’area scafatese.

Per gli inquirenti, la guida era Giuseppe Buonocore (47 anni), genero del boss scafatese Francesco Matrone (detto Franchino a’belva), detenuto in regime di 41 bis. Il nuovo gruppo, sorto dalle ceneri del vecchio clan Matrone (e ribattezzato Buonocore – Matrone) si stava facendo strada a suon di minacce, violenze ed estorsioni. Ma le mire espansionistiche nell’area compresa tra Scafati, Pompei, Castellammare e Santa Maria la Carità non potevano passare inosservate. Impossibile non entrare in conflitto con chi, già da anni, controlla gli stessi affari illeciti: ovvero i Loreto – Ridosso e i Cesarano. Lo scontro diventa aperto, con una serie di attentati reciproci a colpi di esplosivi e armi da fuoco. Poi la svolta, con il mediatore Ferdinando Cirillo che ha buoni rapporti con elementi dei clan concorrenti.

E riesce a far stringere un patto di non belligeranza tra i Buonocore – Matrone e gli altri gruppi. Le indagini dei carabinieri e della Dda, insieme al coraggio di alcune vittime di estorsione, hanno messo fine a tutto. Sono 21 i casi documentati ai danni di titolari di bar, ristoranti, tabaccherie e sale di slot – machine. Ricostruite, in particolare, 6 estorsioni del clan Cesarano tra Scafati, Castellammare e Pompei, 12 estorsioni e tentate estorsioni del clan Buonocore/Matrone a Scafati e 3 estorsioni del clan Loreto/Ridosso a Scafati. Sequestrate armi e una bomba carta oltre che il materiale per confezionare gli ordigni e la droga. Ricostruite pure due tentate estorsioni per un supermercato e una rivendita di tabacchi di Scafati. Giuseppe Buonocore, quindi, è stato arrestato anche per tentata estorsione e detenzione illecita di armi ed esplosivi.

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