Gli investigatori della polizia di stato sono riusciti ad identificare ed assicurare all’Autorità Giudiziaria un uomo di 38 anni che, a bordo di una Fiat Panda e armato di un coltello dalla lama di trenta centimetri e con il viso travisato da una calza, nella notte del giugno 2019 aveva rapinato un distributore della Tangenziale di Napoli.

In particolare, gli operatori della Sottosezione Autostradale della Polizia Stradale di Fuorigrotta, dalla visione delle immagini di videosorveglianza dell’area di servizio, avevano riconosciuto la vettura, una Fiat Panda, che era stata rubata tre giorni prima ad una donna che l’aveva parcheggiata nella medesima area di servizio per recarsi presso l’adiacente fast food.

Dopo aver setacciato tutta la zona adiacente alla scena del crimine, l’autovettura era stata intercettata, poche ore dopo la rapina, in sosta all’interno dell’ospedale “San Giovanni Bosco” di Napoli, chiusa e con all’interno dell’abitacolo un coltello ed una calza da donna di colore nero, simili a quelli utilizzati per la rapina.

A seguito del ritrovamento, l’autovettura era stata esaminata e sottoposta ad accertamenti tecnici da parte degli operatori del Gabinetto Interregionale Polizia Scientifica di Napoli al fine di repertare gli oggetti e rinvenire altre tracce utili alle indagini.

Dagli accertamenti esperiti, erano emersi elementi sullo specchietto retrovisore interno del veicolo, che risultavano appartenere ad un uomo già noto alle Forze dell’Ordine e già sottoposto a fotosegnalamento per furto di autovettura.

Sulla calza da donna erano state rinvenute tracce di DNA che avevano fornito un profilo genetico di persona di genere maschile.

Pertanto, l’Autorità Giudiziaria, pochi mesi fa, aveva disposto l’accompagnamento dell’uomo sospettato di essere stato l’utilizzatore dell’autovettura rubata e la comparazione, mediante prelievo coattivo, tra il suo DNA e quello rilevato dalla Polizia Scientifica. Dai risultati degli accertamenti è emerso che i due profili genetici erano perfettamente sovrapponibili e che quindi risultavano compatibili.

L’uomo, che all’atto della rapina risultava sottoposto alla misura degli arresti domiciliari ed attualmente è già detenuto per altri fatti, è stato rinviato a giudizio per rapina aggravata e porto abusivo di arma. L’autovettura rinvenuta, dopo gli accertamenti tecnici, è stata restituita alla legittima proprietaria.

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