L’epilogo che ha portato all’omicidio di Maria Baran, una donna di 67 anni, di origini ucraine, che lavorava a Torre Annunziata come badante è avvenuto poche ore fa, erano all’incirca le 14, in un appartamento al quinto piano di un palazzo in via Gambardella.

Ad esplodere il colpo di pistola che è risultato fatale per la 67enne, un ex docente 81enne, Pellegrino Reibaldi, professore di matematica presso il liceo classico “Benedetto Croce” di Torre Annunziata. L’anziano professore in pensione avrebbe avuto una discussione con la vittima, uno scontro che sarebbe degenerato e avrebbe portato all’insano gesto. La donna uccisa accudiva l’anziana sorella, 83 anni, del prof.



Sul posto sono arrivati i carabinieri della Sezione Radiomobile della compagnia di Torre Annunziata e il procuratore Nunzio Fragliasso per i primi accertamenti di rito, nonchè alcune volanti della Polizia.

Il caso è stato affidato alla pm Andreana Ambrosino.

I carabinieri dopo aver messo in sicurezza l’area e chiuso la strada nel quartiere nord di Torre Annunziata, sono entrati nell’appartamento.

L’anziano omicida, che non ha opposto alcuna resistenza, è stato sottoposto a fermo. Reibaldi, con estrema calma, ha subito consegnato l’arma con cui aveva sparato ai carabinieri e mostrato ai militari il cadavere della 67enne.




In pochissimi muniti è giunta in via Gambardella anche un’ambulanza del 118, ma l’intervento dei sanitari è risultato inutile. La donna probabilmente era già spirata prima del loro arrivo.

In casa al momento di quei minuti di follia era presente anche un altro fratello.

Futili i motivi che hanno portato all’inspiegabile fatto di sangue e alla morte di Maria Baran, da anni stabilmente in Italia, due figlie vivono a Napoli. La 67enne, che inoltre era molto attiva nel gruppo di connazionali che hanno scelto di stabilirsi nella zona vesuviana, era conosciuta in città dove aveva accudito altri anziani in diverse famiglie ed era molto apprezzata per il suo lavoro.

Le discussioni con il prof. Reibaldi erano cosa nota anche hai vicini che hanno riferito che l’uomo aveva avuto incomprensioni anche con altre badanti che in passato avevano lasciato per questo l’incarico. Questa volta però dalle parole l’81enne è passato rapidamente ai fatti e impugnata la pistola, che deteneva con porto d’armi per uso sportivo, ha fatto fuoco contro la malcapitata collaboratrice familiare, uccidendola sul colpo. E’ probabile che il pensionato covasse da tempo una inspiegabile rabbia nei confronti della badante che infine non è riuscito a controllare.

Ad allertare le forze dell’ordine sono stati alcuni vicini di casa che hanno sentito le urla seguite poi dagli spari. L’omicidio ha lasciato tutti senza parole, sia perché la signora Maria era molto conosciuta, sia perché nessuno avrebbe mai immaginato che un uomo all’apparenza tanto mite potesse non solo possedere una pistola, ma soprattutto usarla per togliere la vita ad una persona.

Il corpo della donna, dopo un primo esame da parte del medico legale, è ora a disposizione degli inquirenti in attesa che la procura ne disponga l’autopsia nei prossimi giorni. Solo dopo circa due ore Pellegrino Reibaldi è stato portato in caserma dai carabinieri per un interrogatorio che è durato alcune ore.

Ha risposto alle domande del pubblico ministero, l’ex professore ed ha confessato il delitto confermando il suo movente: Maria a suo dire non curava bene la sorella.

Il magistrato, al termine dell’interrogatorio, ha disposto il trasferimento in carcere per Pellegrino Reibaldi, in attesa della convalida dell’arresto eseguito in flagranza di reato dai carabinieri oplontini. Una disposizione, quella del carcere, che solitamente non viene adottata per persone anziane, oltre i 70 anni, ma che in questa occasione, anche a fronte dalla gravità dell’episodio, è stata orinata dal p.m.



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