Non finisce mai di stupire questa Torre Annunziata, ora sembra annientarsi nelle cronache oscure piangendosi addosso, poi riprende fiato si rammenta del suo passato, della sua storia e reagisce.

Ma come reagisce? Offrendo cultura ai suoi figli che escono di casa, vanno a riempire la Chiesa dello Spirito Santo e si compiacciono nel vedere cose di un altro mondo.

Sembrava di stare a Broadway in uno di quei posti dove si va a prendere un drink a lume di candela con la persona giusta e invece stavolta il posto era diverso. Odorava di storia antica, le semicolonne con i capitelli corinzio composito, ieri sera si sono illuminate di luci multicolore, stroboscopiche che hanno dato tanto fascino a quella meraviglia fatta da Vanvitelli.

Quelle melodie, americane davano un senso di diversità e tante emozioni, qualcuno si domandava se stessimo a Torre Annunziata e la risposta stava nel classicismo che circondava.

Ho intervistato il Direttore Artistico Dario Matrone il quale ha ricordato che sua nonna affermava che solo la cultura può salvare Torre… quanta verità.

Tra le note diffuse da ottime voci si è riaccesa la candela del Natale ovvero della festa delle feste ed un velo di ottimismo dava ai tanti intervenuti la speranza che le tante cose belle di questa città possono essere valorizzate.


La gioia si leggeva nel volto della vicesindaco Anna Vitiello, che di concerto con tanti sponsor ha realizzato questo concerto, no, non è un gioco di parole ma solo la realtà. Con poco si può fare molto, un pizzico alla volta può dare il giusto sapore a qualcosa da riscoprire grazie anche e soprattutto a Lucio D’Avino, direttore del progetto Harambè e del Rotary.

Questa terra non è mai stata così bistrattata, ma non serve rimpiangere un passato troppo grande per creare un futuro all’altezza della sua antica nomea… Ora si va avanti è il momento di aprire le porte alla cultura, alla creazione di posti di lavoro, alla valorizzazione di questo scrigno contenente mille pietre preziose che mai sono state usate… forza Torre Annunziata.

Ernesto Limito






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