Come vedremo da questa breve descrizione la nazionale di rugby di Scozia vive nel segno di Sant’Andrea.

La leggenda narra che Sant’Andrea apparve in sogno ad Óengus II, il quale oramai circondato in battaglia dagli Angli si era riversato costantemente e disperatamente nella preghiera notturna, sperando solo in un miracolo. Dopo qualche giorno però, inaspettatamente, Re Óengus II vide in apparizione il martirio del santo (Andrea) e quanto avvenne sulla famosa croce decussata. Ma solo alla fine della visione Andrea gli promise la vittoria della guerra, predicendo alcuni accadimenti. Il Re allora giurò che in caso di vittoria avrebbe nominato il primo discepolo di Jesù, appunto Andrea, patrono della Scozia. Così l’indomani una croce decussata apparve nel cielo azzurro. Questo fu motivo di riscatto e di orgoglio per le tribù scozzesi, che conquistarono finalmente l’agognata vittoria. Il Saltire, che risale al IX secolo, divenne così la bandiera della Scozia.

Sant’Andrea e la bandiera di Scozia

Andrea fu il primo “pescatore di uomini” (“pescatore di anime”), il primo in assoluto a parlare con Gesù e a seguirlo insieme al fratello Pietro. L’umiltà del personaggio fu tale al punto che il personaggio non volle essere posto su una croce cristiana (croce latina), quella che venne usata per il suo maestro nel martirio. Alla fine della sua vita scelse di morire su una croce decussata (a forma di X), appunto quella che fu chiamata per secoli ed ancora oggi: la “Croce di Sant’Andrea”. Si tratta della stessa immagine che viene rappresentata sulla bandiera della Scozia, nonché sulla bandiera del Regno Unito insieme alle altre croci di San Giorgio e San Patrizio: la “Union Jack”.

Croce di Sant'Andrea, bandiera della Scozia
A sinistra lo stendardo reale dei Re di Scozia usato dai regnanti prima dell’unione con il Regno d’Inghilterra, a destra la bandiera bandiera scozzese

L’emblema nazionale, un’altra grande leggenda

Mentre la bandiera scozzese risale al IX secolo ed è una delle più antiche del mondo, anche “il cardo” ha il suo ruolo e non solo all’interno dello stemma reale di Scozia. Nell’immagine sopra rappresentata vediamo lo scudo con “leone rampante” al centro, circondato dalle insegne dell’Ordine del Cardo, che è il principale Ordine Cavalleresco scozzese, nonché il secondo per importanza del Regno Unito. I due unicorni che si trovano ai lati dello scudo sorreggono le due bandiere con asta: a sinistra lo stendardo reale scozzese e a destra la bandiera scozzese.

Lo stemma reale sarà successivamente modificato ed unito a quello dell’Inghilterra.

Il “cardo” stilizzato appositamente per la Federazione Scozzese di Rugby viene utilizzato, come possiamo vedere già dal logo, in tutta la comunicazione ufficiale.

Il logo della Federazione di rugby della Scozia
Il logo della Federazione di rugby della Scozia è appunto il “cardo”

Prendiamo ora come esempio la maglia ufficiale limited edition home della Nazionale di Scozia a 15 che è stata utilizzata per la Coppa del Mondo di rugby del 2019. Su questo kit troviamo alcuni particolari importanti come: 1) il logo al cuore sul lato destro insieme alla scritta della “World Cup Rugby Japan 2019”, 2) il “cardo” al cuore sul lato sinistro con la scritta “Scotland”, 3) il marchio “Macron limited edition” con la numerazione speciale.

maglia della nazionale a 15 della Scozia
La maglia della nazionale a 15 della Scozia

Se guardiamo la maglia ufficiale da gara “Home” della nazionale di Scozia a 7 per le stagioni 2019/2021 troviamo anche altri particolari ben visibili: 1) sempre il “cardo” al cuore sul lato sinistro, con la scritta “Scotland Sevens”, 2) la “croce decussata” sotto la pancia, 3) la bandiera di Scozia dietro al collo.

La maglia della nazionale scozzese di rugby a 7
La maglia della nazionale scozzese di rugby a 7

The Guardian Thistle

The Thistles” è invece il soprannome della Nazionale di rugby e deriva da una vicenda che oramai è divenuta (anche questa) leggenda, trasformando il cardo, che fu chiamato per sempre “Guardian Thistle” (cardo protettore), in simbolo della Scozia.

Siamo orientativamente nell’anno mille quando un gruppo di guerrieri scozzesi fu sorpreso nel sonno da uno degli eserciti norvegesi, i quali si mossero senza stivali per sorprendere i nemici. Ad un certo punto però uno di loro finì con un piede sopra un cardo selvatico. Le grida di dolore svegliarono gli scozzesi, che riuscirono ad organizzarsi per difendersi al meglio.

Anche l’inno della Nazionale ha qualcosa di speciale, infatti nel 1990 (anno del terzo Grande Slam al Cinque Nazioni) fu adottato dalla Federazione scozzeseFlower of Scotland“, che andò a sostituire “God save the Queen“. L’inno è speciale perché fa riferimento alla vittoria degli scozzesi, guidati da Roberto I di Scozia sugli Inglesi di Edoardo II.

Nazionale di Scozia 1871
La Nazionale di Scozia, anno 1871

Nemo me impune lacessit” è invece l’antico motto dei Re di Scozia, delle Guardie scozzesi e dell’Ordine del Cardo, che è il più importante ordine cavalleresco scozzese.

Come possiamo annotare, da questa breve e semplice raccolta di informazioni, lo sport è molto più di quello che sembra.

Andrea Ippolito

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