“Cuerdas”, un film d’animazione contro ogni pregiudizio

Pedro Solís García: "Alejandra mi ispirò. Aveva solo sei anni ed era figlia unica quando nacque Nicholas, il quale aveva bisogno di tutte le cure del mondo"

Se non abbiamo ancora avuto un approccio con Cuerdas possiamo guardarlo, con calma ed attenzione, fino alla fine. Il cortometraggio, seppur prodotto alcuni anni fa, rimane più che mai attuale e sempre adatto a tutte le fasce d’età. Il piccolo film d’animazione, così ricco e carico di contenuti, farà commuovere ed abbatterà ogni pregiudizio.

Si tratta della seconda opera del regista Pedro Solís García, portato al successo e vincitore del Goya® 2014 nella categoria “Miglior cortometraggio di animazione spagnola“. Cuerdas ha però ricevuto anche il Guinness World Records per il corto più premiato nel 2019. Il regista ha scritto la sceneggiatura perché egli stesso ha avuto un bambino con una grave disabilità.

Il limite della diversità lo supererà Maria che con il suo entusiasmo e caparbietà riuscirà a ricevere anche qualche, anzi potremmo dire le più profondi forme di interazione con il piccolo sulla sedia a rotelle. La futura maestra viene rappresentata per gran parte del cortometraggio come una bambina piena di fantasia e di creatività, lei stessa infatti riuscirà dove nessuno era stato capace di andare fino a quel momento…

Cuerdas può essere dunque la più semplice e chiara rappresentazione di come le esperienze che facciamo nella vita segnano alcuni passaggi fondamentali, come ad esempio “chi e cosa essere” da grandi, ma anche come migliorare il nostro approccio alla vita. Maria infatti diventerà proprio un insegnante di scuola per l’educazione speciale dei bambini.

La vita della piccola Maria, che vive all’interno di un orfanotrofio, verrà stravolta dall’arrivo di un bambino molto speciale. La studente però non si perderà però d’animo e farà di tutto per l’inserimento di Nico all’interno del tessuto sociale scolastico. I due, nonostante la paralisi cerebrale del bambino, diventeranno amici inseparabili. Maria mostrerà come includere Nico nei giochi scolastici, attraverso la sua creatività e determinazione.

Come nasce Cuerdas

“Il corto Cuerdas nasce da una parte molto importante della mia vita: la storia della relazione tra i miei figli”, diceva il regista in una delle interviste rilasciate. Alla domanda che gli fu fatta dalla Mediaset spagnola (anno 2014) sulla nascita del cortometraggio, Pedro spiegò che il tutto deriva dalla sua esperienza diretta di vita.

“La verità – spiegava Solís García – è che non so esattamente come mi sia venuta in mente quest’idea, ma immagino sia sempre stata nascosta lì, e unendo varie esperienze si è forgiata fino a diventare realtà. Nasce da una parte molto importante della mia vita: la storia dei miei figli. Quando mia figlia Alejandra aveva 6 anni, è nato il mio figlioletto, Nicolás. Gli mancava l’ossigeno alla nascita, perché c’era un problema con il parto, ed è nato con una grave paralisi cerebrale. Ma mia figlia, invece di voltargli le spalle, come può succedere a molti fratelli, che si trovano spiazzati perché improvvisamente detronizzati, e ancor di più in questi casi, in cui il piccolo, nascendo con difficoltà, richiede attenzioni particolari, lungi dall’essere gelosa fin dall’inizio lo amò con tutta l’anima”.

Il legame dei due figli e l’idea del film

L’unione dei due figli: “Mio figlio Nico non parla, non cammina e non lo farà mai. E Alejandra, da quando è nato suo fratello, ha sempre cercato di introdurlo ai suoi giochi quotidiani: lo faceva sedere, gli metteva dei cuscini, lo dipingeva, lo afferrava con una corda per tirargli il braccio… mille modi! E lei lo ha sempre amato moltissimo. Recentemente ho trovato una foto in cui teneva in braccio suo fratello, che era un piccolo di soli sei mesi, e Alejandra sorrideva da un orecchio all’altro, guardando con orgoglio la telecamera come per dire: ‘Questo è mio fratello, Guardalo!’ E questo è il rapporto di Nico e Maria nel cortometraggio”.

Sull’inizio del film: “… E il momento definitivo è accaduto un giorno in cui sono uscito a correre e stavo ascoltando una canzone di Enrique Búnbury intitolata Y al final mentre pensavo alla sfortuna che aveva avuto mio figlio, e all’improvviso è arrivato il ritornello che dice: ‘E alla fine ti legherò con tutte le mie forze, le mie braccia saranno delle corde’. E fu in quel momento, sentendo quella frase, che pensai a mio figlio che ballava con le corde, e all’improvviso, nella mia testa, apparve l’inizio del cortometraggio e, mentre mi scorreva davanti, lo vidi nella sua interezza, dall’inizio fino alla fine, e dovevo solo tornare a casa e scriverlo”. (GUARDA IL FILM)

Cuerdas, un film d'animazione contro ogni pregiudizio

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano