Nel mondo, al momento, i due settori con il fatturato più alto sono due: moda e gaming. Era perciò solo una questione di tempo prima che questi due settori si incontrassero per creare qualcosa di unico, frutto dell’unione di due mondi così differenti, ma che sono riusciti a trovare un punto di incontro inaspettato. Grazie a una collaborazione in continuo sviluppo, hanno creato qualcosa di quasi magico, un connubio inaspettato tra moda e videogiochi, tra due mondi quasi opposti. Tra chic e nerd, in un’alleanza fruttuosa che può forse condurre verso un nuovo modello di business.

Moda e gaming si incontrano

Non è la prima volta che questi due settori tastano il territorio in vista di una collaborazione efficace. Spesso alcuni brand di moda lanciano sul mercato una linea di videogiochi tutta loro, mentre talvolta si inseriscono in alcuni titoli per valutare le possibilità economiche di questi ultimi. Nel corso del tempo sono state strette collaborazione di diverso titolo con marchi iconici come Moschino, Burberry, Valentino, Louis Vuitton, la lista è lunga e continua ad allungarsi sempre di più.

Il settore gaming si è sempre prestato magnificamente per questo tipo di collaborazioni, e il settore moda non è il primo né l’unico ad essersi inserito in un settore così fruttuoso. Il guadagno di quest’ultimo è infatti stellare, si pensi che solo nel 2020 il mercato del gaming ha incassato circa il 19,6% in più rispetto al 2019 (anno che aveva già fatto sognare, con un fatturato  di ben 145,7 miliardi di dollari) per un guadagno complessivo di 175 miliardi di dollari (https://www.backtowork24.com/news/gaming-mercato-in-crescita-guadagni-per-175-miliardi-di-dollari-nel-2020) . Le cifre sono stratosferiche, circa il doppio rispetto a quanto è stato fatturato da settori come cinema e musica messi insieme. E proprio per questo che sono in molti i settori che decidono di creare affiliazioni e partnership in vista di entrate maggiori.

Questo modello di business è stato incentivato anche da modelli di marketing che attraverso la targhettizzazione del pubblico giocante, sono riusciti a inserire pubblicità ad hoc per i giocatori in base ai tipi di giochi scelti e alla modalità. Si pensi per esempio alla collaborazione tra Animal Crossing: New Horizons e il Getty Museum. Grazie a questa ben riuscita unione è stato possibile inserire opere d’arte, presenti all’interno del musei, nelle case virtuali dei giocatori. Il giocatore non ne ha perso in divertimento, ma ne ha guadagno in conoscenza, invogliato poi a visitare il Getty Museum per vedere dal vivo quelle opere che, nel mondo virtuale, arredano la sua abitazione. Un connubio mirato, divertente e per nulla fastidioso come è, talvolta, la semplice pubblicità.

Questo intero processo si imposta quasi come una protrazione di un percorso intrapreso già diversi anni prima dai portali di IGaming. Questi ultimi hanno sempre offerto un’ampia varietà di titoli, come per esempio quelli censiti da https://www.vegasslotsonline.com/it/ dove, tra le oltre 7.780 slot online gratuite, spiccano titoli frutto di storiche fruttuose collaborazioni con diversi settori come cinema, arte, moda, mitologia e chi più ne ha più ne metta.

Videogame fashion: i nuovi videogiochi

Si tratta chiaramente di un fenomeno di marketing mondiale che, già in altre modalità, aveva coinvolto i più grandi titoli nel mondo del gaming come The Sims 4, il già citato Animal Crossing, Leaghe of Legens etc. Collaborazioni nate tra console (ma talvolta anche da giochi per smartphone e tablet) e brand di moda che, grazie a diverse iniziative, propongono un evento di marketing che era già nell’aria.

La pandemia, come sempre nell’ultimo periodo, ci mette lo zampino e accelera un processo già in corso, come è stato con il caso di Animal Crossing, immesso nel mercato da Nintendo nel marzo 2020, quando il covid-19 stava già mostrando il suo impatto nel mondo. Nintendo, grazie a questa fruttuosa collaborazione è riuscito a riportare una vittoria enorme proprio attraverso un estraniazione che tutti, in un momento così drammatico, volevano portare avanti, permettendo alle persone di vivere avventure con un alter ego virtuale. A soli 45 giorni dall’uscita del videogioco, Nintendo ha infatti celebrato un traguardo di vendite straordinario, tanto da ricevere una menzione nel New York Times, che riprendeva Armani, Versace e Dior mettendoli sull’attenti: la moda in piena pandemia è un affare da “Able Sisters”, ovvero il negozio “di moda” presente nel videogioco (https://animalcrossing.fandom.com/wiki/Able_Sisters). Proprio in questo negozio di abbigliamento virtuale i giocatori, chiusi in casa dalle limitazioni imposte per il lockdown, potevano far indossare ai loro alter ego virtuali tutti quei capi di grandi firme che, fisicamente, non potevano provare nei negozi chiusi dalla quarantena.

A chiudere il cerchiò si è unito anche Vestiaire Collective, una famosa piattaforme online di capi e accessori di seconda mano che ha permesso l’acquisto, attraverso il proprio sito web, di vestiti usati realizzati nel gioco.

Insomma, un mercato dalle mille sfaccettature che è solo all’inizio della propria scalata verso un inevitabile successo.



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